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Il giorno della civetta

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il giorno della civetta

di axe
8 stelle

Entroterra siculo. Un imprenditore edile è assassinato a colpi di doppietta mentre percorre, alla guida del suo camion, una strada nei pressi della fattoria abitata dalla famiglia Nicolosi. Mentre prendono il via le indagini intorno all'omicidio, coordinate dal capitano dei carabinieri Bellodi, Rosa Nicolosi lamenta la scomparsa del marito, con molta probabilità in grado di riconoscere l'assassino. Ella si rivolge sia a Bellodi, sia a Don Mariano, il locale "padrino". Il primo, convinto che anche il marito di Rosa sia stato assassinato, tenta di ottenere la collaborazione della donna nell'inchiesta che dovrebbe condurre all'incriminazione di Don Mariano, in qualità di mandante degli omicidi; il secondo, certo della propria impunità ... prende tempo. Tratto dall'omonimo racconto lungo di Leonardo Sciascia e diretto da Damiano Damiani, "Il Giorno Della Civetta" è una storia, pur non nominandola spesso, di mafia. La comunità di un piccolo centro della Sicilia è sotto il controllo di Don Mariano e la sua cerchia di fedelissimi; essi ne orientano, tra l'altro, le attività economiche, ad esempio facendo assegnare gli appalti alle società "amiche", e le dinamiche sociali. La forza pubblica non è in grado di opporsi con efficacia a tale dominio, sia per pigrizia, sia per evidente squilibrio di forze. La cittadinanza non ha fiducia nelle Istituzioni, esse sono sostituite dai "padrini" del posto. Ma il capitano Bellodi, proveniente dal settentrione, è estraneo alle dinamiche locali ed affronta con determinazione Don Mariano; compreso il movente dell'omicidio, l'ufficiale, al comando di sottoposti piuttosto riluttanti, fa arrestare i gregari ed, infine, lo stesso Don Mariano, il quale, ha appoggi tra esponenti politici locali e nazionali; pertanto, riesce infine a farla franca. Ma non manca di tributare rispetto al suo avversario, il quale è stato coraggioso e deciso. Gli riconosce la natura di "uomo", in contrapposizione a quella del pingue ufficialotto che lo sostituisce al comando della locale caserma dei carabinieri; decisamente un "quaquaraqua". Emblematico è il personaggio di Rosa, coinvolta suo malgrado nella vicenda. Molto probabilmente, il marito è stato ucciso; eppure ella non collabora con le forze dell'ordine. Neppure china la testa di fronte ai "padrini", i quali le impongono il silenzio. Rosa è una donna piena di dignità, ma è sfiduciata, vorrebbe una vita tranquilla e si preoccupa esclusivamente per la figlioletta. Il suo atteggiamento è quello di molti cittadini, non in odor di mafia, ma, per un motivo o per un altro, indifesi contro la piaga del crimine organizzato, perchè non adeguatamente sostenuti dallo Stato e soli contro quella che è un'intera società connivente. E' a tutti i personaggi "positivi" che il regista si rivolge, invitando ad una maggiore coesione contro una forza maligna che estende i suoi tentacoli impedendo che il territorio liberi quelle forze che gli consentano di progredire. Rosa, personaggio chiave del racconto, è interpretata da Claudia Cardinale. Ha da un lato il capitano Bellodi (Franco Nero), di poche parole e molti fatti; dall'altro, il suo diretto antagonista, Don Mariano (Lee J.Cobb), il prototipo del boss. Elegante, affabile, in grado di presentarsi al pubblico quale persona saggia in grado di dirimere controversie e risolvere problemi, ed occultare, al tempo stesso, la sua natura di pericoloso criminale. Di rilievo la presenza di Tano Cimarosa nel ruolo del gregario "Zecchinetta" e di Serge Reggiani nelle vesti dello sfortunato informatore "Parrinieddu". Il racconto gode di un buon ritmo. Alla ricostruzione dell'indagine s'intreccia la vicenda di Rosa, sola, in un ambiente maschilista e retrogrado, e con una figlia da proteggere. L'ambientazione è un paesotto siciliano, con il suo centro pulsante di vita e le campagne dei dintorni, arse dal sole e costellate di povere abitazioni. Qui, modernità e dinamiche ancestrali convivono con difficoltà. Nel paese regna un clima di omertà, non c'è fiducia verso forse dell'ordine, le quali, del resto, hanno fatto poco per conquistarla; i mafiosi locali, da un lato esercitano la loro attività di "giudici", dall'altra espandono i loro interessi nei settori interessati dalla crescita economica; edilizia, comunicazioni. Damiano Damiani fotografa una contemporaneità scomoda; nessuno, tra gli abitanti del posto, sembra volere o potere cambiare lo status quo. In quale misura ne sono responsabili le Istituzioni ? Questa la domanda alla quale dobbiamo dare una risposta. "Il Giorno Della Civetta" è un buon film poliziesco, allo stesso momento coraggiosa opera di denuncia sociale.

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