Regia di Gerard Damiano vedi scheda film
L'arancia meccanica del cinema a luci rosse, con sostituzione del sesso al posto della violenza. E con una protagonista che, come Alex DeLarge, è costretta a subire un trattamento educativo. Al contrario.
L'aristocratico Jason (Jamie Gillis), ad un party incontra l'affascinante Joanna (Terri Hall). Tra i due scatta, immediatamente, una scintilla. Joanna accetta volentieri l'invito al lussuoso castello, venendo sin da subito attratta dai modi signorili di Jason. Entrare da quella porta, per Joanna significa varcare i confini dell'amore. Perchè Jason, dopo averla trascinata in un contesto romantico, repentinamente muta attitudine e, dopo aver fatto sesso, inizia a maltrattarla. Principalmente a parole, poi offrendola a tre amici e alla servitù. Joanna è turbata dalla situazione, al punto che persino durante il sonno fa sogni inquietanti, dove mani di uomini sconosciuti la palpeggiano mentre è sospesa nel vuoto, avvolta dalle tenebre. Nonostante tutto, trae piacere dal contesto e sta coscientemente al sadico gioco, sino all'inattesa conclusione...
"Ti prego, Jason... non torturarmi. Voglio solo farti felice." (Joanna)
The Story of Joanna: i perturbanti stati onirici di Joanna
Damiano scrive, produce e dirige una delle sue pellicole più riuscite, che si colloca tra The Devil in miss Jones (1973) e Odissea sessuale (1977), ovvero in un periodo in cui è particolarmente ispirato. È una trilogia drammatica, dove non c'è spazio per il sorriso. Dove a scrivere la parola fine (ma a volte anche la parola inizio) sta una lametta o una pistola. Anche qui infatti è presente un'arma destinata a chiudere la storia. Storia che trae ispirazione dal più celebre romanzo Histoire d'O di Pauline Réage, quello stesso anno (1975) tradotto in film da Just Jaeckin. È una storia di amore e morte, di sensazioni proibite, di passioni estreme, tra sadismo e masochismo. Un film che punta a turbare, più che eccitare, come dimostra l'allucinata scena onirica vissuta dalla protagonista. È, anche e soprattutto, un film che mette assieme gli estremi: amore e morte appunto, ma anche piacere e dolore, gioia e tormento, appagamento e castigo, sacro e profano.
Damiano sa scrivere, eccome, le sceneggiature. Arriva al dunque con un lungo preambolo (quasi venti minuti) dove spreme gli attori spronandoli a recitare (bravissimi sia Jamie Gillis che Terri Hall). E gira con tecnica, alternando lunghi silenzi a dialoghi intimisti. Ma forse, quello che più affascina di The story of Joanna (titolo originale sui titoli di testa) è la maestosità, scaturita dal profondo accostamento di musica classica a scene di sesso esplicito, spesso girate in senso macroscopico. Quando Joanna arriva al castello, delicatamente accolta dal gentile Jason, le potenti e suggestive note di Chopin (Nocturne in E-Flat major, opera 9 n. 2) ci fanno capire che Damiano sta seriamente prendendo a cuore il film. Che è un hard, ma con qualcosa in più. Di sicuro una marcia in più. Poco dopo, a fare da accompagnamento musicale, tocca a Tommaso Albinoni con Adagio pour cordes et orgue en sol mineur, un brano malinconico, per quanto bello, che accostato alle immagini esplicite enfatizza la sensazione di straniante stato d'animo. Viene, obbligatoriamente, alla mente Kubrick e il suo Arancia meccanica: qui Damiano opera sullo stesso piano, sostituendo la violenza fisica (non mentale) con il sesso. Tutto il film è calato in questo coinvolgente ambiente musicale, riuscendo a trasmettere un senso di morboso e impensabile compiacimento per le immagini che scorrono libere, prive di catene (eccezion fatta per quelle imposte a Joanna), sul magico schermo.
The Story of Joanna: Jamie Gillis e Terri Hall
Critica
"Nel 1975 con The Story of Joanna Damiano firma un altro dei suoi capolavori. Il tema è simile a quello di Histoire d'O (id., 1976) di Just Jaeckin, che nello stesso periodo riempirà le sale 'normali' senza spingersi nei territori del sesso non simulato. Damiano, invece, preme l'acceleratore sul sado-maso, illustrando le delizie della schiavitù (un'altra incursione nel S&M avverrà con l'episodio The Exhibition di People e infine con le colate di cera bollente in The Naked Goddess). Al posto della vittima sottomessa, che nel film di Jaeckin era interpretata da Corinne Clery, in The Story of Joanna c'è l'attrice Terri Hall, ex ballerina della Stuttgart Ballet Company, un ulteriore esempio di protagonista delle pellicole di Damiano che dimostra di sapersi non solo spogliare, ma anche di saper recitare e, in un momento suggestivo del film, anche di saper danzare. Il film fece scalpore (in molti paesi circolerà soltanto in videocassetta, anni dopo), e rischiò anche di provocare un imbarazzante 'caso' politico. Le riprese, infatti, erano iniziate in un edificio di Newport, Rhode Island. Ma il proprietario della casa era un fratello del governatore dello stato di New York, e la troupe dovette improvvisamente cambiare set quando i giornali cominciarono a parlare delle 'oscenità' che avvenivano nel film. La trama ruota attorno alle perversioni misogine di Jamie Gillis, che prima seduce Terri Hall e poi la trasforma in un oggetto per il proprio piacere. The Story of Joanna è un film sofisticato, ancor più di The Devil in Miss Jones. Il bizzarro e il S&M non sono banali e triviali come in tanti film hard core del genere, ma affrontati con attenzione e cura. Ritorna l'intreccio tra amore e morte, caro a Damiano, enfatizzato da dialoghi sensati e soprattutto da un finale travolgente. Joanna/Terri Hall diventa 'immorale' suo malgrado, in catene. Ma non manca di dimostrarsi soddisfatta quando intreccia saffici abbracci con Juliet Graham, in alcune delle sequenze più affascinanti del film (che tra altro contiene una bollente scena di omosessualità maschile tra Zebedy Colt e Jamie Gillis)."
(Fabio Giovannini) [1]
NOTA
[1] "Profondo porno - Il cinema scomodo di Gerard Damiano" (Stampa Alternativa), pag. 49 - 50 - 51.
"L’uomo ha un istinto sadico e la donna un istinto masochista, i quali sono incoscienti, dunque incontrollabili." (Sigmund Freud)
F.P. 02/11/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 83'06")
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