Regia di Gerard Damiano vedi scheda film
Un futuro distopico, nel quale all'uomo vengono evitati obblighi e doveri. Un futuro dove al lavoro subentra il piacere: unico e obbligato obiettivo che muove i fortunati (?) ospiti della base tecnologica Alpha Blue. In questo idilliaco contesto agisce un ribelle, un idealista che auspica di poter tornare "eticamente" indietro. Per amore.
In un futuro prossimo, tutte le problematiche degli esseri umani verranno spazzate via: fabbriche, lavoro e tribolazioni saranno solo parte di brutti ricordi. Ne è valido esempio la base Alpha Blue, all'interno della quale un gruppo di uomini assapora le gioie della vita, principalmente quelle sessuali. Con il supporto di avveniristiche apparecchiature, infatti, gli ospiti di Alpha Blue possono concretizzare i loro sogni più intimi: materializzando esseri umani o facendo -più semplicemente- ricorso alle "satisfiers", ragazze contrassegnate da numeri che praticano, per solo piacere, sesso in tutte le declinazioni possibili immaginabili. In questo paradisiaco contesto si agita però anche Argon (Robert Bolla), insoddisfatto dalla situazione che reputa priva di stimoli, aspirando un ritorno al passato: in particolare quando, alla base dell'accoppiamento, stavano sentimenti e amore. Argon, infatti, prova una sensazione di profonda affezione nei confronti della n. 805, che invece si concede, a lui come a tutti gli altri, senz'altro fine che non quello edonistico.
Alpha Blue si apre su uno sfondo rosso, mentre una coppia in ombra pratica il più antico gioco del mondo. L'ambiente è immerso nelle sonorità di 21st Century Perfection (Cauterised): non è casuale la scelta del brano musicale, come ben espresso da una didascalia che si compone (mutando di senso) in due tempi differenti. La prima parte recita: "In the 21th Century world was perfect". La seconda, cambiando le carte in tavola, aggiunge: "... Almost".
Damiano è ormai da anni (1973) immerso in una fase "filosofica e pessimista" e anche Alpha Blue, seppure in tono minore, sembra collocarsi in questo frangente. In un fantascientifico futuro, dominato dalla tecnologia (compare infatti un primordialie "calcolatore" elettronico), gli obblighi e i doveri dell'essere umano sono ridotti ai minimi termini, per non dire azzerati. C'è spazio solo per il piacere. Un mondo idilliaco, dunque? Nient'affatto: Damiano -con profetica precisione- ricorda che non c'è soddisfazione senza sacrificio, che la scienza può alleviare le nostre fatiche, ma che in un mondo privo di stimoli, non esiste nemmeno la gratificazione. Se poi a mancare è il sentimento, quindi l'amore, l'illusoria libertà dei protagonisti diventa prigione e il paradisiaco scenario muta, repentinamente, in un Inferno.
Vien da chiedersi cosa avrebbe potuto girare oggi Damiano, quando l'intera, o quasi, popolazione del Pianeta Terra vive in simbiosi con un cellulare, sempre connesso ad internet. Se i primi arcaici PC, alla base di Alpha Blue, hanno suggerito all'autore una storia fantastica, nella quale però viene ampiamente messa in discussione l'ingerenza delle macchine (è presente anche un ipotetico teletrasporto), sicuramente la deriva tecnologica che stiamo vivendo avrebbe certamente ispirato una diversa vicenda risolta in un futuro distopico, forse però meno distante e fantastico di quello che ci possiamo immaginare.
Ma stiamo trattando di un hard, per il quale appunto appare sicuramente insolito il tema trattato.
Nel consolidato "stile" di Damiano pure qui il sesso viene proposto a dosi massicce, in svariate combinazioni e con immancabili dettagli di macro riprese, focalizzati su bocche e lingue femminili mentre si posano, accarezzano, sollecitano membri in erezione (pronti all'eruzione); membri che diventando iconograficamente sovrapponibili a fontane zampillanti (con copiosi schizzi al ralenty, ovviamente). Eruzioni che si concludono sui visi, sui volti pronti ad essere inondati anche in multipla modalità (bukkake). Una sfrenata sarabanda di corpi ripresi in quadro per zone, sezioni, ossia spezzettati, spiati, (sovra)esposti mentre una colonna sonora in tema (Bournon di Brian Bennet, e soprattutto il futuristico The fuzz di Duncan Lamont) non abbandona le scene nemmeno per un minuto. Alpha Blue incanta, anche quando osa rompere le barriere del convenzionale, proprio grazie all'impianto da lungo, interminabile videoclip. Un videoclip recitato con inattesa professionalità da Richard Bolla (attore feticcio di Damiano che, come più volte scritto, finirà in quello stesso anno anche sui set di cannibalici italiani) e che, dietro ad una sfrenata pornografia, nasconde un pur labile significato.
Damiano non manca di riservarsi un cameo, anche se in sorta di blooper: dopo i titoli di coda, mentre è disteso a fianco di un'attrice, si presenta per chiudere il film in un ultimo insieme di fotogrammi durante i quali saluta, sorridente, il pubblico.
"La civiltà sta producendo macchine che si comportano come uomini e uomini che si comportano come macchine." (Erich Fromm)
F.P. 20/02/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 86'29")
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