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The Devil in Miss Jones

Regia di Gerard Damiano vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Devil in Miss Jones

di undying
6 stelle

Porno storico, diretto da un regista che sembra voler raccontare qualcosa d'altro, restando in un limbo narrativo indecifrabile tra lo squallore di momenti (esplicitamente) osceni e la poetica sublime di un filosofo. Il preambolo tragico anticipa il seguente lavoro delll'autore, Legacy of Satan: unico film di genere (horror), girato da Damiano.

 

locandina

The Devil in Miss Jones (1973): locandina

 

Prologo

Justine Jones (Georgina Spelvin), rinchiusa in cella con un uomo (Gerard Damiano), impreca inutilmente il compagno al fine di ottenere attenzioni sessuali. 

 

Depressa e sconsolata, Justine (ancora vergine) si spoglia entrando nella vasca da bagno sul cui bordo risalta una lametta. Vuole farle finita, chiudere con la vita e, senza esitazione, in pochi istanti si taglia le vene. Quanto tempo è passato? Una frazione di secondo? Un minuto? Forse un'ora, un giorno, un mese? Un anno, o un'eternità? Justine si trova seduta di fronte ad uno strano personaggio. Non capisce, non sa di essere trapassata. Quell'ambigua creatura, dalle umane sembianze, è incaricata di prepararla alla sentenza finale: "Le sue referenze sono buone, in alcuni casi eccellenti... ma il suo incidente..."

Justine adesso ricorda: ha compiuto suicidio e comprende che è condannata, per sempre, all'Inferno. Non è giusto, non ha mai fatto nulla di male, si e persino mantenuta vergine. "Se potessi rivivere... vorrei provare di tutto, la lussuria come prima e unica cosa."

L'interlocutore, sorpreso e compiacente, annuncia che è possibile concederle un periodo per rimediare e recuperare il tempo perduto. Si apre un'enorme porta, che Miss Jones varca con certo timore. Ad attendere, un perverso maestro (Harry Reems) la condurrà, per gradi, agli estremi limiti del dolore e del piacere.

 

Epilogo

Justine Jones, rinchiusa in cella con un uomo, impreca inutilmente il compagno al fine di ottenere attenzioni sessuali. Nonostante faccia di tutto per eccitarlo, quest'ultimo -evidentemente impotente- vaneggia, vagamente, sulla presenza di una fantasiosa mosca. Justine, terrorizzata, adesso sa quale pena (da scontare eternamente) l'aspetta.

 

"Gola profonda è uno scherzo. Miss Jones è un film."

(Gerard Damiano)

 

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Sulle inquietanti e pertinenti note di Bridge over troubled waters dei Simon & Garfunkel, la protagonista compie un suicidio messo in scena in maniera piuttosto disturbante. Lo compie immersa nell'acqua (troubled waters, appunto). Un peccato capitale, il cui compimento inevitabilmente origina un ponte ultraterreno che congiunge due luoghi (e tempi) differenti: il qui e ora come punto di partenza, l'Aldilà eterno come punto di arrivo. Strano modo per iniziare un porno, che poi procede in un clima di decadente lussuria, dove Damiano (che interpreta il compagno di cella della Spelvin) non fa mancare nulla di esplicito: fellatio con conclusione facciale, anal in quasi tutte le possibili declinazioni, doppia penetrazione e -addirittura- una inquietante scena con serpente, accolto in bocca dalla disinvolta attrice.

 

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Benché le scene hard siano girate in maniera grossolana, il contorno di pregnante surrealismo appare efficace e, di fatto, prevalente sui dettagli sessuali. The devil in Miss Jones, a differenza del precedente Gola profonda, segna un drastico cambio di registro tematico per Damiano, che passa inaspettatamente dalla commedia ad un clima drammatico quando non tetro (causa anche una colonna sonora malinconica e decadente). Non sorprende affatto quindi che, dopo questo celebre porno (che ha avuto svariati seguiti apocrifi), il regista abbia poi diretto, come unico film di genere (non hard), l'horror Legacy of Satan (1974).

 

Devilmissjones

 

Curiosità 

La Spelvin, inizialmente scritturata dietro le quinte in supporto alla ristorazione del cast, finisce per essere ingaggiata nel ruolo d'attrice principale a seguito di un problema ai denti che allontana, un paio di giorni prima dell'inizio delle riprese, Sue Flaken (deputata ad interpretare Miss Jones). La Flaken ritorna quindi a lavorazione iniziata sul set, per poi apparire in una parte secondaria.

 

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Miss Jones: il porno si tinge di dramma

(A cura di Fabio Giovannini) [1]

 

"The Devil in Miss Jones, diretto nel 1972 da Gerard Damiano a poca distanza da Gola profonda, è ritenuto da molti il primo, vero classico del porno. Di certo, per la prima volta un film hard core sceglieva di inserire le scene di sesso esplicito in una trama 'seria'. Questa volta, Damiano si impegna anche come produttore e distributore, attraverso la sua nuova ditta MB Productions. Il film divenne il 'gemello' ideale di Gola profonda, tanto che un piccolo cinema a luci rosse di New York ha programmato ininterrottamente per anni Deep Throat e The Devil in Miss Jones. E Come Deep Throat-Gola profonda, anche il titolo di The Devil in Miss Jones è entrato nel linguaggio corrente: basti ricordare che la rivista 'Penthouse' intitolò The Devil in Paula Jones un suo servizio sulla Paula Jones che ha accusato Bill Clinton di averla molestata sessualmente nel 1991. Apparso in Italia con il semplice titolo Miss Jones, il film viene reputato da Gerard Lenne, nel suo Le sexe à l'écran, una prova di qualità superiore rispetto a Gola profonda, grazie alla maggiore disponibilità di mezzi e alla interpretazione di Georgina Spelvin che 'possiede una presenza impressionante e un talento incontestabile di attrice, capace di dare alle scene che interpreta un carattere di convinzione e di autenticità molto raro nel cinema specializzato' (p.230). La trama è imperniata su Justine Jones, donna matura che ha superato la trentina senza aver mai sperimentato grandi passioni, soprattutto in campo sessuale. Delusa dalla vita e dalla solitudine, decide di recidersi le vene: si immerge nella vasca da bagno usa una lametta per tagliarsi i polsi, in una sequenza impressionante, montata con grande abilità e che per forza di impatto ha un suo pari forse solo nello straordinario cortometraggio di Martin Scorsese The Big Shave, dove assistiamo a una rasatura 'al sangue'. Quello di The Devil in Miss Jones è un inizio spiazzante: il pubblico si attende un film porno, e invece viene catapultato dentro una tragedia iperrealista, con un più che verosimile suicidio, in una vasca che a poco a poco si riempie di sangue. Una scena drammatica, un pugno allo stomaco, esattamente il contrario del giocoso esordio di Gola profonda: il film con Linda Lovelace è sostanzialmente comico, pieno di gag su questa donna dalla clitoride in gola; il film con Georgina Spelvin, invece, è un film drammatico, dedicato a una vita dolente. Ma la parte più realistica di The Devil in Miss Jones termina velocemente. Appena arriva all'Inferno, per scontare il peccato di essersi uccisa, Justine è ricevuta da un diavolo, che ha l'aspetto di un distinto funzionario. Lei confessa di essere morta vergine, e rimane stupita di finire all'inferno dopo una vita passata nella purezza. Il suicidio, però, è un peccato mortale, e dovrà scontare in eterno la sua pena. Quando il diavolo le chiede cosa farebbe se potesse ritornare a vivere, Miss Jones risponde che vorrebbe precipitare negli abissi della passione. Il demone, incuriosito, acconsente a dare un 'permesso speciale' a Miss Jones, che torna in vita per sperimentare tutte le varianti possibili dell'erotismo. A questo punto il film diventa quasi uno studio dei comportamenti sessuali, attraverso le esperienze di Justine. Damiano si diverte a inserire una gran quantità di allusioni e di strizzate d'occhio destinate al pubblico più smaliziato. Innanzitutto il titolo del film, che usa un gioco di parole su The Devil and Miss Jones, successo teatrale di Broadway. In secondo luogo il nome della protagonista evoca De Sade e le sue Sventure della virtù. E poi il film ci presenta una serie di allusioni alla religione cattolica concentrate nelle sequenze dell'aldilà, ambientate in quel luogo proibito e simbolico che è l'Inferno. Lo evidenzia bene lo slogan pubblicitario del film: If you have to go to Hell... go for a reason (Se dovete andare all'inferno, che sia per una buona ragione!). In The Devil in Miss Jones ritorna anche il sesso orale, che era stato al centro di Gola profonda. La variante, questa volta, è data da una sorta di fellatio praticata da Georgina Spelvin a un serpente: ne bacia la testa, e poi la inserisce in bocca. Si tratta di una situazione più volte utilizzata dal cinema non porno, per alludere al sesso orale grazie alla forma fallica del serpente, senza però incorrere nei rigori della censura. Una scena memorabile di questo tipo appariva, ad esempio, in The Two Faces of Dr. Jekyll (Il mostro di Londra, 1963), un celebre horror diretto da Terence Fisher. Lì una ballerina in un locale ottocentesco danzava semi-avvolta dalle spire di un serpente, mimando continuamente una fellatio. Nel caso di Fisher il bacio alla testa del serpente era però un sostitutivo dell'atto vero e proprio, irrappresentabile in un film che doveva accedere alle sale dei primi anni sessanta. Con il film di Damiano, invece, l'uso del serpente non sostituisce il vero e proprio sesso orale, ma aggiunge viceversa un elemento in più: la zoofilia. Tema, quello della zoofilia, che per altro ritorna nella sequenza del dialogo tra Miss Jones e un pazzo (recitato proprio da Gerard Damiano, barbetta grigia e occhi acquei). Anche il monologo del pazzo ci rimanda a una figura tipo dell'horror: è infatti simile a Renfield, personaggio del romanzo Dracula di Bram Stoker e di molte riduzioni cinematografiche. Il pazzo di The Devil in Miss Jones, come Renfield, è ossessionato dagli insetti, mosche e ragni in particolare. Mentre Miss Jones si masturba selvaggiamente a gambe aperte davanti a lui, il pazzo continua a delirare sulle sue preoccupazioni per la vita delle mosche. Sono gli ultimi cinque minuti del film, con una Miss Jones che si ritrova imprigionata nella stessa solitudine - questa volta accanto a un partner totalmente distratto - da cui aveva tentato di fuggire con la morte. Il film ha successo, supera rapidamente gli incassi già favolosi di Gola profonda. Per Georgina Spelvin, come per Linda Lovelace, è l'inizio di una carriera nel porno. Quasi quarantenne, l'attrice usava uno pseudonimo diffuso nel mondo del teatro per indicare un'interprete che vuole rimanere anonima, Georgina Spelvin appunto. Ma anche la vita di Georgina, come quella di Linda Lovelace, era una vita tormentata. Alcolista, si disintossicherà solo nel 1982, quando si ritira dal cinema. Nonostante il trionfo di cassetta, in questo caso per vedere un seguito di Miss Jones si dovranno attendere dieci anni. Nel 1982, infatti, si mette in cantiere The Devil in Miss Jones 2, diretto da un altro regista, Henri Pachard, di nuovo con Georgina Spelvin nella parte di Justine Jones (e l'attrice dava così l'addio ai pornofilm, dopo un centinaio di pellicole girate in un solo decennio) e con le interpretazioni di Samantha Fox, Jack Wrangler e Jacqueline Lorians. Ma se il film originale di Damiano era 'serio' e drammatico, questa volta si sceglie la risata, con l'aggiunta di qualche effetto speciale (cosa rara nel porno): Miss Jones è relegata all'inferno, dove sono permessi i rapporti sessuali, ma non l'orgasmo... Trova un nuovo corpo con cui tornare sulla Terra, e abbandona l'inferno, per incarnarsi in varie donne, ovviamente desiderose di sperimentare tutte le gioie del sesso. Si inaugurava quindi una 'serie' su Miss Jones, che diventava la palestra per innumerevoli porno star, tra l'altro con alcuni risultati di qualità. È il caso del quinto capitolo della saga, che nel 1995 ottenne l'Erotic Film Award. Ma interessante è stato soprattutto The Devil in Miss Jones 3: A New Beginning (apparso in Italia come Le delizie di Sodoma), che pure si allontanava profondamente dal capostipite di Damiano. Girato nel 1986, mantiene solo l'ambientazione infernale, per precipitare Lois Ayers e Amber Lynn in un abisso di ossessioni sessuali, ed è memorabile soprattutto per uno stupro di gruppo su Vanessa Del Rio da parte cinque 'diavoli' mascherati."

 

 

NOTA 

 

[1] "Profondo porno - Il cinema scomodo di Gerard Damiano" (Stampa Alternativa), pag. 39 - 40 - 42 - 43 - 44 - 45.

 

lf

 

"Molte donne si danno a Dio quando il diavolo non le vuole più." (Sophie Arnould)

 

 

F.P. 14/10/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 66'57")

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