Regia di Isao Takahata vedi scheda film
''La sera del 21 settembre 1945 io morii'': inizia in modo tragico il quarto lungometraggio di Isao Takahata - co-fondatore dello Studio Ghibli con Hayao Miyazaki - con l'uso della voce fuori campo di Seita, un ragazzo che è ormai un fantasma, che narrerà in flashback la triste storia che lo ha condotto alla fine.
E' singolare che l'artificio usato dall'autore è uguale a quello usato da Billy Wilder nel capolavoro 'Viale del tramonto' ma diametralmente opposto per approccio, là ironico e con un certo distacco, mentre qui molto partecipe.
La storia è ambientata nel Giappone verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, vista attraverso gli sguardi innocenti e smarriti di Seita e Setsuko, fratello e sorella più piccola, vittime dei bombardamenti prima e poi dell'indifferenza degli adulti.
E' proprio questo punta di vista adottato dall'autore, che fa sembrare una cosa terribile come un conflitto mondiale ancora più inspiegabile se visto ad altezza bambino, a rendere 'Una tomba per le lucciole' un'opera dal fascino innegabile, di pari passo con la poesia che emana ogni singola inquadratura.
Toccante nel complesso e straziante nella scena dove Setsuko si accomiata dalla sorellina deceduta per gli stenti, 'Hotaru no haka' è anche un accorato inno al pacifismo, tema spesso presente nella cinematografia nipponica.
Voto: 8.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta