Regia di Isao Takahata vedi scheda film
Può un bambino vedere questo film triste ma necessario perché la guerra è una realtà con la quale bisogna convivere ma anche denunciarne l’orrore e l’ingiustificatezza? Esula un po’ dallo stile Ghibli, non è uno dei più riconoscibili e rimarrà il più tragico. Bravo Takahata nel ‘disegnare’ le tecniche di ripresa cinematografica!
3° lungometraggio dello Studio Ghibli e 1° diretto (e sceneggiato) da Isao Takahata per questa casa di produzione, seguiranno il complesso, registicamente parlando, sentimentale Pioggia di ricordi del 1991, lo sfrenato ecologista Pom Poko nel 1994, il divertente educativo I miei vicini Yamada 1999 e la meravigliosa delicata ma ardita fiaba che, a detta di molti, è il suo capolavoro La storia della Principessa Splendente nel 2013. Ma iniziamo con una domanda a voi che avete visto questo triste ma necessario, perché la guerra è una realtà con la quale bisogna convivere, Una tomba per le lucciole del 1988: può un bambino vedere questo film col quale il regista denuncia l’orrore e l’ingiustificatezza della guerra? (ci furono lamentele per presunti traumi infantili), magari viste le qualità educative insite si potrebbe vedere nelle scuole medie o superiori e con i professori. Qualcuno dice che è anche un omaggio a Vittorio De Sica…può essere.
Sarà un caso che solo questo film della Ghibli non è presente su Netflix? (mentre invece è il solo trovato su YouTube!) non sarà perché esula dallo stile degli altri film di questa famosa casa di produzione di anime. Non è uno dei più riconoscibili e rimarrà il più tragico: nel titolo c’è la parola tomba…non proprio una parola seducente, ci sono momenti molto realistici, crudi, angoscianti, come quando vediamo la mamma dei fratelli protagonisti (lui di 14 anni e lei di 4) tutta ustionata dopo uno dei tanti bombardamenti della seconda guerra mondiale in corso nella città giapponese di Kobe, o come quando gli stessi ragazzi soffrono la fame tra l’indifferenza degli adulti e sono costretti al furto per nutrirsi…il tutto narrato da un fantasma! Ma nel crudo rigore della storia non mancano bei momenti educativi, dolci e commoventi, come quando i fratelli giocano con le lucciole o quando fanno il bagno al mare.
Difficile qui valutare la sempre altissima qualità dei disegni e la regia di Isao Takahata ad una prima visione, perché restiamo troppo colpiti dagli accadimenti e, perché il regista è talmente bravo nel ‘disegnare le tecniche di ripresa cinematografica’, simulando quelle dei film con i personaggi in carne e ossa, che ci scordiamo di assistere alla visione di un cartone animato.
Nel 2015 una nuova edizione col titolo leggermente differente: ‘la tomba delle lucciole’ può aver creato un po’ di difficoltà per ricerche in ordine alfabetico in alcuni siti, dizionari e cataloghi vari.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta