Regia di Rob Reiner vedi scheda film
La storia è “basata su un vero pettegolezzo”, informa l’ironica didascalia iniziale: il libro e poi il film Il laureato si ispirerebbero a fatti reali, e a suo tempo nella buona società di Pasadena si cercò di scoprire chi fossero le persone coinvolte. Però le cose sarebbero andate in modo diverso da come le conosciamo: una ragazza fece una scappatella in Messico poco prima del matrimonio, ma poi tornò dal futuro marito. A suo modo il film dimostra la pochezza di idee della Hollywood attuale: funziona ottimamente finché si limita a fare il “parassita”, sfruttando l’aura magica del film di Nichols (il solo pensiero che Jennifer Aniston possa essere la figlia di Ben ed Elaine basta a vivificare la prima parte, e la scena in cui Costner e la MacLaine si affrontano al suono della musica di Morricone è uno spasso); diventa stucchevole quando ricalca il cliché della commedia familista stile Ti presento i miei. Per fortuna, però, prevalgono i primi momenti: se si sta al gioco dei rimandi cinefili, ci si diverte parecchio. Trattandosi di un sequel (sia pure molto sui generis) di un’opera mitica, per la quale sembrerebbe un’eresia anche solo immaginare un sequel, il risultato è superiore alle aspettative.
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