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Un giorno da leoni

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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La recensione su Un giorno da leoni

di jonas
8 stelle

Un’improvvisata banda partigiana prepara un attentato a un ponte presso Roma, per bloccare il flusso di truppe verso il fronte di Cassino. Primo film dedicato da Nanni Loy alla Resistenza. A differenza del successivo Le quattro giornate di Napoli, che è una celebrazione della folla anonima, qui l’attenzione si concentra su un bel campionario di personaggi: eroi per scelta, come l’ex militare Renato Salvatori e l’ex prigioniero politico Romolo Valli, che non hanno mai avuto una normale vita familiare; eroi per caso, come lo studente universitario Nino Castelnuovo, il borsaro nero Tomas Milian e il ragioniere Leopoldo Trieste, che si fa uccidere per dimostrare di non essere il vigliacco che è. Un gruppo eterogeneo di persone che, in tempi diversi e con maggiore o minore consapevolezza, hanno detto no al fascismo: un attendibile spaccato sociale di un momento tragico della storia nazionale. Nel mezzo del film una prova da superare per lo studentello idealista, il suo primo vero contatto con la crudezza della guerra: l’uccisione dell’ex compagno di scuola Corrado Pani, non proprio un amico (anzi) ma comunque una persona conosciuta. C’è da lustrarsi gli occhi a guardare i titoli di testa, che danno l’idea della potenza di fuoco che poteva schierare il cinema italiano nell’anno di grazia 1961 anche per coprire i ruoli minori: Carla Gravina, Saro Urzì, Valeria Moriconi, Anna Maria Ferrero, Regina Bianchi (alla quale è affidato un toccante monologo in memoria del marito ucciso).

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