Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
L'aspetto più significativo di questo film kausismakiano al 100% (l'elogio chapliniano alla marginalità, in bilico fra umorismo surreale e una visione cupa dell'esistenza) è il sincretismo storico-culturale che caratterizza lo sfondo in cui è ambientata la vicenda: sembrerebbe un'epoca indefinita, ora la Francia di qualche decennio fa, ora i tempi moderni con tanto di concerti rock...Come in un sogno, Aki confonde le coordinate spazio-temporali, straniando di continuo le azioni dei personaggi, facendoli girare a vuoto attorno a un senso della vita che faticano a cogliere, intrappolandoli in ellissi che paiono voler privare i loro gesti di un significato compiuto, evidenziando in tal modo l'universalità e la sostanziale a-storicità dell'umana tristezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta