Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Liberamente ispirato al romanzo di Henri Murger ma senza neppure un'aria dalla riduzione pucciniana, il film tradisce l'eccessiva preoccupazione di Kaurismaki di far primeggiare il suo stile ellittico, la recitazione straniata, i riferimenti colti, lo sguardo algido, il bianco e nero ad altro contrasto, le battute fulminanti (come quella in cui, davanti a un suo autoritratto, al pittore viene domandato: "chi è?" e lui risponde "mia madre"). Molta forma, poca sostanza.
In una Parigi fuori dal tempo si incontrano i destini di un pittore albanese clandestino, di uno scrittore francese che non riesce a pubblicare i suoi libri e di un musicista irlandese che è assai più abile come giocatore di poker. Tra problemi economici, discorsi filosofici, bar e ristoranti, si consumano le loro esistenze bohemienne.
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