Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Fra tutte le riletture/attualizzazioni di Kaurismaki (Delitto e castigo, Amleto, La piccola fiammiferaia), questa Bohème è certamente la meno elaborata e rimaneggiata; fra l'altro colpisce da subito la scelta atipica per il regista di ambientare la storia al di fuori della gelida Finlandia, mettendo l'opera in scena nella Parigi del testo originale. Ma lo spettrale bianco e nero (che ricorda in maniera impressionante i ritratti crudi ed impietosi dei nostrani Ciprì e Maresco) non lascia scampo, come l'angosciante storia degli amanti poveri e dalle frustranti velleità artistiche, destinati a lasciarsi nel modo più violento possibile: con la morte. Per una volta inoltre Kaurismaki non inventa granchè, cercando di attenersi al testo di partenza quanto più possibile, mettendo al centro delle vicende il suo attore-feticcio Matti Pellonpaa (Rodolfo) ed affidando una parte di contorno (Blancheron) al feticcio di Truffaut, ovvero Jean-Pierre Leaud. Per questi motivi risulta sminuita la carica critica, grottesca ed in un certo senso sarcastica (in senso misantropico, senz'altro) che costituisce il vettore principale dell'arte di Kaurismaki; ad ogni modo il film c'è ed il suo autore non si discute. 6/10.
Lo scrittore Rodolfo ed il pittore Marcel vivono giorni difficili nella Parigi odierna, sopraffatti dalla miseria. Rodolfo si innamora poi, ricambiato, di Mimì, che però è gravemente malata.
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