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Vita da bohème

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su Vita da bohème

di Peppe Comune
8 stelle

Marcel (Andrè Wilms), Schaunard (Kari Vaananen) e Rodolfo (Matti Pallonpaa) sono rispettivamente uno scrittore, un pianista e un pittore. O meglio, cercano di esserlo. Si conoscono e stringono amicizia in nome della stessa miserevole solitudine, dello stesso disordinato anticonformismo. Sono tre uomini a cui è impossibile non affezionarsi, voler bene, tre spiantati che vivono di espedienti ma che non hanno perso il gusto dell'ironia, il senso profondo dell'amicizia, la capacità coltivare una speranza e di credere che un giorno potrà realizzarsi. Tre amici che cullano il sogno di diventare artisti e che quotidianamente praticano l'arte dell'arrangiarsi.

 

 

"Una vita da bohème" è un tenero omaggio agli artisti della vita, quelli che danzano sulle proprie miserie con la baldanza di chi nulla ha ricevuto e nulla pretende da chicchessia. Ognuno ha la rassegnazione tipica di chi sa di essere nato solo e che quando morirà a ricordarlo ci saranno solo i compagni di sbronza, quelli con cui ha in comune la stessa speranza di vivere almeno un giorno così come lo si è sempre sognato."Una vita da bohème" immerge in un bianco e nero abbagliante un mondo fatto di piccole cose, di poche ma significative parole, un mondo popolato da persone accomunate dal saper dare e ricevere soccorso senza condizioni, abitato da individui che sanno riconoscere un affetto sincero e che non lesinano un aiuto anche se questo può comportare il sacrificio delle poche cose che si possiedono. Kaurismaki è un maestro nel particolareggiare l'aspetto di questi uomini con la tristezza perennemente stampata in faccia e l'allegra accettazione della loro precarietà esistenziale sempre a portata di mano. Il tono dei suoi film e quasi sempre sospeso tra il serio e il faceto, tra il riflettere amaro sulle condizioni di vita di perfetti emarginati sociali, e il sorridere per il modo in cui riescono nonostante tutto a tirare avanti. Non sfugge alla regola questa splendida commedia tinta di nero, un autentico prodigio di forma e sostanza, un gioiello che riflette ottimamente la poetica di Kaurismaki, una perfetta sintesi del suo stile inconfondibile e originale, unico e riconoscibile nonostante la continua mescolanza di generi (dalla commedia al melodramma) e l'assonanza con diversi autori ( penso soprattutto a Tatì e Iosseliani) che caratterizzano il suo cinema. Da sottolineare la presenza congiunta di alcuni dei più fidati attori dell'autore finlandese, la bella comparsata di Jean Pierre Leud (l'unico acquirente dei quadri di Rodolfo) e i gustosi camei di Samuel Fuller e Louis Malle. Film e autore da osannare.

 

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