Regia di Miranda July vedi scheda film
Indecorosa autocelebrazione dell'egomaniacalità, boriosa e supponente parabola sull'inquietudine vista da chi ha appena imparato l'esistenza di questo vocabolo da un dizionario trovato probabilmente aperto per caso su quella parola. Filmetto di risibile inconsistenza basato su un paio di speculazioni filoso-chic adolescenziali, brutale nella sua vacuità. Le idee sono poche, pesantemente scontate e destinate a durare per tutto il film con una stolidità irriguardosa verso l'altrui sopportazione. Amen.
Una giovane, brutta e presuntuosa, si innamora di un uomo recentemente divorziato, con due figli che lo odiano a carico e gravi quanto comprensibili problemi nervosi. Comincia a perseguitarlo, ma lui ovviamente ha altro a cui pensare. Finchè, a 30 secondi dalla fine del film, come se avesse senso, improvvisamente ricambia.
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