È il racconta del nascere incerto di una storia d’amore fra due persone un po’ stralunate e insolite: lui, Richard (John Hawkes), è un uomo che, lasciato dalla moglie, che ha affidato a lui i due piccoli figlioletti, si dà fuoco alla mano sinistra, rimediando una tremenda scottatura, nonché una vistosissima bendatura, lì a ricordargli che sarebbe meglio non scottarsi un’altra volta.
Richard è commesso in un grande negozio di calzature, scenario dell’incontro con lei, Christine (Miranda July), entrata per comprarsi un paio di scarpe.
Christine è autista: trasporta persone anziane, le cui vicende segue con viva partecipazione, ma vorrebbe affermarsi - prima o poi - come artista multimediale creativa.
L’incontro col timido e impacciato commesso è quasi un colpo di fulmine per lei, che, rovesciando il ruolo passivo che le convenzioni sociali avevano assegnato alle donne, si era messa insistentemente a corteggiare il recalcitrante Richard, timoroso di farsi coinvolgere in un’altra storia amorosa.
Nel film, però, sono presenti numerosi altri personaggi: una scorbutica gallerista, a cui invano Christine si rivolge per ottenere un giudizio sui suoi lavori; un aitante giovanotto, che si lascia spaventare da due disinibite adolescenti che lo insidiano, cercando di tentarlo con le loro goffe profferte erotiche, nonché infine i due bambini di Richard: Peter e Roby.
Questi due fratellini, soli in casa per l’intera giornata, per non annoiarsi, si impegnano nella chat del loro collegamento Internet, scrivendo a ignoti interlocutori cose molto oscene, almeno a loro giudizio, perché i bambini – Freud docet – hanno un concetto tutto loro di ciò che è osceno.
Ne scaturiscono alcuni momenti di cinema deliziosi e tenerissimi, grazie anche alla straordinaria bravura del piccolo Roby (Brandon Ratcliff), impegnatissimo a parlare di “popò”, che, per lu, è il massimo tabù, da violare, in gran segreto, spesso e volentieri durante le conversazioni con i coetanei, quando le brutte parole si possono finalmente dire senza essere sgridati.
Da questa chat, connotata dalla buffa coprolalia, nascerà l’incontro imprevedibile e l’abbraccio materno, che suggellerà con delicata poesia il finale dolce e tenero di questo film.
Bellissimo e sorridente racconto della diffusa solitudine degli uomini, delle donne, dei bambini e persino di un pesce rosso, dimenticato sul tetto dell’auto, nella sterminata periferia di una metropoli americana.
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Visto a suo tempo (tre lustri fa...), quel finale "impressionista" (anche dal PdV sonoro) mi rimase impresso.
Rimane impresso, infatti, come tutto il film che ricompone un po' per volta le variegate tessere del mosaico (impressioni?) da cui emergono gli aspetti bizzarri e stralunati dei personaggi. Ciao, Matteo ; -)
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