Regia di Tekla Taidelli vedi scheda film
Teneramente ed ironicamente dedicato "a tutti coloro che non sono arrivati all'ultimo ciak", "Fuori vena" è tutto incentrato su quelle persone che, come Zanna, sono buchi con la persona intorno, perché per loro ogni giorno la cosa più importante, la prima, da fare è iniettarsi in vena la dose, magari ricordandosi di scrivere, la sera prima, col pennarello, quale sia il braccio da perforare; su quelle persone che, come Zanna, organizzerebbero un junk pride, un orgoglio tossico, perché sono fiere di non essere come gli altri che ogni mattina si rinchiudono in un ufficio (come me, peraltro, n.d.r.); su quelle persone che, come Zanna, sono consapevoli che non riusciranno a tirarsi fuori tanto facilmente da tutta quella merda e che dichiarano in maniera pacifica «inutile prendersi per il culo: sto spingendo una palla sott'acqua». Il segno del film è di stare volutamente in bilico tra realtà (quella di un "Amore tossico" vent'anni dopo) e finzione, lasciando lo spettatore spesso a chiedersi dove finisca l'una e cominci l'altro. La Tekla Taidelli regista ha la consapevolezza dei propri mezzi, che derivano da una conoscenza del mezzo tecnico ed anche di certo cinema, che può andare da "Trainspotting" a certe esperienze pasoliniane e nannimorettiane, come dimostra il sogno di Zanna d'impadronirsi di una busta d'eroina formato famiglia, da sciogliere sul fuoco in una padella ed iniettarsi in vena con una siringa che sembra un tubo da grondaia. E poi sa usare la colonna sonora in funzione di "ambiente sonoro", che accompagna i personaggi in qualunque parte della città, e spazia dai vecchi pezzi dei CCCP ("Noia", "Valium Tavor Serenase", "Curami") che ascoltavo quando Tekla Taidelli forse ancora beveva il latte, ai Wretched e i Casino Royale. La Tekla personaggio ha comunque una forza interiore che le consente di sballarsi entro certi limiti e di avere la coscienza che il tempo fugge ed è bello fermarne gli attimi su un nastro magnetico o su una pellicola. E nonostante che i suoi vagabondaggi punkabbestia la portino spesso in contatto con quelli che dispregiativamente chiamano "tossici", non rinuncia ad usare il proprio cervello e ai propri sentimenti, che la portano ad iniziare una storia d'amore e sofferenza proprio con l'eroinomane Zanna, che ogni volta, sapendo di mentire, le promette di smettere. Un film raccontato con tanta passione e lucida ironia.
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