Regia di Gianni Franciolini vedi scheda film
Un film che va visto nel contesto dei tempi, ma che condannare a priori come zuccheroso o sempliciotto sarebbe sbagliato e inutilmente crudele, come lo sarebbe condannare qualsiasi prodotto di intrattenimento. Con, in più, una perizia degli attori ed un garbo che manca quasi completamente alla maggioranza delle pellicole contemporanee dello stesso genere.
La trama, ricalcata su un testo teatrale, è lineare, semplicissima, eppure, anche se non sembra, non stupida, nel suo analizzare in modo anche profondo, visto sempre il genere della pellicola, la complessità dei sentimenti femminili. Marianna ama Oliviero, che, pur di non mostrarle i propri sentimenti, la maltratta in continuazione. Ma proprio questo "grande" amore sembra evaporare come neve al sole quando all'orizzonte compare Michele, aviatore bello e misterioso, che sembra uscito da un libro di Liala. Franca, sedicenne romantica e profonda, crede di non amare Bernardo, e di essere, anche lei, innamorata di Michele, incarnazione delle proprie fantasie, ma quando si trova davanti alla morte, comprende che è solo il burbero studente un pò tonto ad occupare il suo cuore. E poi c'è il personaggio più tragico, Nietta. Buona, matura, generosa, l'unica veramente innamorata di Michele, che lo vede volare via senza avergli mai detto quel che prova, troppo presa dalla cura per la casa e per i propri cari. Ed è proprio la scena finale, a mio avviso, quella più significativa dell'intera pellicola, con la povera Nietta in lacrime e la sorella Marianna che cerca di consolarla, senza capire assolutamente nulla dell'afflizione dell'altra... In questo intrecciarsi bucolico di sentimenti, Amedeo Nazzari incarna un pò la " Fatina dai capelli turchini", con il segreto intento di portare gli innamorati a scoprire i propri sentimenti, e il Deus ex machina che tutto vede dall'alto e tutto risolve. Senza dimenticare, naturalmente, i panni ( che ormai gli calzano come un guanto) dell'eroico aviatore, che rimarrà uno dei suoi cavalli di battaglia, e che incarna il perfetto ideale di Italiano coraggioso e dal cuore d'oro che il periodo tanto apprezzava.
Il finale! Con Michele che si porta via la povera Nietta, destinata, a lungo andare, a perdere la testa, in quel manicomio di fratelli e cugini!!!!
Paolo Stoppa è un grande agli esordi, un attore sempre magistrale, anche nei piccoli ruoli, il caratterista, in questo caso, perfettamente in grado di rubare la scena ai protagonisti.
Lilia Silvi è, come sempre, deliziosa. La collega con cui, a mio parere, Amedeo Nazzari ha avuto più alchimia. Una delle sole a potergli tener testa, da pari a pari, in molteplici dei ruoli interpretati al suo fianco, e non solo in quello dell'indimenticabile Catina de "La bisbetica domata".
E' il ruolo che lo richiede, d'accordo... ma il personaggio di Marianna/Valentina Cortese è, francamente... insopportabile! Lamentosa, viziata, pronta a pugnalare alla schiena la sua migliore amica pur di avere l'uomo che vuole... insomma, Marianna è l'archetipo della ragazza moderna! Tranne che in un particolare... è in grado di pentirsi! La recitazione della Cortese è un pò carica, ma a una grandissima si può perdonare!
Amedeo Nazzari ... è Amedeo Nazzari, potrebbe bastare questo! Bello come il sole, allegro quando ci vuole, severo quanto basta, saggio come un vecchio e vitale quanto un ragazzo. L'archetipo dell'Italiano perfetto per il periodo storico in cui viveva. Troppo perfetto, si direbbe, per risultare credibile, se non fosse che Nazzari molti di questi caratteri ... li aveva davvero! Il suo Michele, in verità, non aggiunge molto ad altri personaggi dello stesso periodo, assurgendo, come già detto, più che altro al ruolo di "fata turchina" della vicenda. Che arriva, si prende a cuore il destino di due strambe coppie di innamorati, e poi riparte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta