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L'ostaggio

Regia di Luigi Valanzano vedi scheda film

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La recensione su L'ostaggio

di mm40
2 stelle

Nel vecchio west, abitato solamente da bambini, improvvisamente scompare il docile cane nero di una bimba. Cowboys, indiani, messicani e pistoleri combattono arduamente fino a che il rapitore viene individuato e l'animale restituito alla padrona.

 

1973, esce Zanna Bianca, diretto da Lucio Fulci (nome che, a chi conosce un po' il cinema nostrano, fa immediatamente capire la natura meramente commerciale, alimentare del prodotto); il successo è tale che il regista si ritrova l'anno seguente a girare Il ritorno di Zanna Bianca. A quel punto si inseriscono imitatori e autori di variazioni sul genere, come nel caso di Luigi Valanzano e del suo L'ostaggio: in un far west popolato da bambini assistiamo a una storia con al centro un cane, che segue un blando canovaccio farcito di stereotipi del filone: scazzottate, sparatorie, indiani e messicani, il trionfo finale - ovviamente - dei giusti. La presenza in scena esclusivamente di ragazzini fa sì che la violenza dell'azione venga fisiologicamente annullata o quasi, ma anche che Valanzano, cineasta non molto dotato e alla sua opera seconda, fatichi parecchio a ottenere una recitazione accettabile da parte di gran parte del cast. L'opera prima del regista era stato, l'anno precedente, Le meravigliose avventure di Zorro, anch'esso un film con e per bambini; secondo il solitamente attendibile Dizionario del western all'italiana di Marco Giusti, però, lo Zorro di Valanzano sarebbe uscito solamente nel 1978, cioè tre anni più tardi de L'ostaggio. Produce Salvatore Mirabella, abbastanza potente a livello contrattuale da far figurare come prima scritta nei titoli di testa "Un film di Salvatore Mirabella"; crediti di sceneggiatura invece non ne compaiono, a parte la dicitura "dialoghi di Enrico Bomba", un modestissimo mestierante dell'epoca e quindi nome adatto al prodotto. 2,5/10.

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