Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film
Che sia lui Tsai Ming Liang non c'è dubbio: i suoi paesaggi lunari, stavolta senz'acqua per la siccità (ma l'acqua naturalmente non manca, nelle cisterne, nelle bottiglie di plastica, in mezzo all'asfalto); i suoi condomini deserti e artificiali; i silenzi e gli sguardi intensi; l'amore ingenuo e quello pornografico; i siparietti musicali che ricorrono da The Hole; stavolta anche le angurie. Purtroppo la magia che trasformava situazioni improbabili, ridicole, insostenibili in momenti tragici o appassionati, che suggeriva nel più semplice sguardo d'amore la via d'uscita da un mondo senza speranza, qui non si ripete, se non in rari momenti e il film si riduce purtroppo in una sequenza già vista di situazioni improbabili, ridicole, insostenibili. Peccato.
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