Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Si chiude con Il sole la trilogia iniziata da Moloch (1999) e seguita da Taurus (2001). Dopo Hitler e Lenin, tocca all’imperatore giapponese Hirohito passare sotto il microscopio di Sokurov, entomologo del potere, incuriosito dai momenti apparentemente meno rilevanti delle vite dei grandi. Proprio come l’imperatore, che studia la biologia marina nel suo gabinetto scientifico. Qui siamo al momento della sua resa, tra il ‘45 e il ‘46, di fronte all’arrivo statunitense. Contro il volere del suo popolo in guerra e della servitù, che gli oppone una cieca deferenza, l’imperatore rinuncia pubblicamente al proprio scomodo status divino. Con l’appoggio del generale MacArthur, mette fine al conflitto tramite un appello radiofonico. Avvolto nella consueta luce verdastra e in interni ovattati, dentro stanze chiuse ai grandi movimenti di massa della Storia (evocati da ben dosati effetti speciali), l’uomo di potere, che non è mai entrato in un cinema, sogna i divi di Hollywood mentre i fotografi lo immortalano per la prima volta. Sokurov ripete il miracolo di una precisa rarefazione del passato, sostenuto dall’interpretazione camaleontica di uno ieratico, ossessivo Issey Ogata. Saggio riservato, figura chapliniana, poeta che sa che il “tempo indifferente” cancella sia la neve dell’inverno che il fiore del ciliegio.
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