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I giorni del cielo

Regia di Terrence Malick vedi scheda film

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La recensione su I giorni del cielo

di giansnow89
8 stelle

Malick si avvicina alla perfezione stilistica.

Terrence Malick ritorna esattamente sugli stessi caratteri che ci avevano fatto amare La rabbia giovane e l'avevano reso una delle esperienze cinematografiche più innovative del suo tempo. Nel film del 1973 le istanze ribellistiche giovanili venivano contaminate con gli stilemi della fiorente stagione del cinema crime, il tutto innaffiato con lo struggente naturalismo malickiano. Risultato: un quadro generazionale formidabile e di impressionante resa scenica. Ne I giorni del cielo ancora una volta è protagonista la gioventù, quasi che l'universo di Malick non conosca la dimensione del tempo, come se i suoi personaggi non invecchiassero mai ma fossero condannati a vivere, patire (e morire) nel fiore dei loro anni. Non manca nemmeno il delitto iniziale, che è causa primaria della fuga dei tre giovani e dà inizio alla vicenda su cui si impernia il film. Tuttavia nell'opera prima di Malick da quel crimine sarebbero sbocciati, copiosi ed incontrollati, i fiori del male: delitti su delitti ammonticchiati uno sopra l'altro in maniera plateale e con affettata noncuranza. Invece, in Days of Heaven il male è solo in seme, più sotterraneo e nascosto, sotto la forma del tradimento e dell'opportunismo: e forse per questo, anche più odioso. Ma ciò, in fondo, nel contesto del film ha ben poca importanza. La natura, come sempre, è muta spettatrice/protagonista della pellicola. Sempre uguale e sempre diversa, assolata o innevata, prosperosa o sferzata delle locuste, ciclicamente e costantemente si rigenera con disinteresse totale verso l'affannarsi degli uomini. La rovina e la morte sono fatti che semplicemente non la riguardano. Nel cinema di Malick l'inquadratura di una spiga o dell'occhio di un insetto ha la medesima rilevanza della sequenza di un omicidio. I personaggi di Malick fuggono in continuazione come in preda ad un'inquietudine irrisolvibile, un'insoddisfazione che non può essere saziata: amano, tramano, sperano, uccidono, muoiono. In altri film, in presenza di certe tematiche, saremmo senz'altro di fronte a un'incredibile intensità drammatica. Malick invece (qui in maniera molto più riuscita e compiuta che in Badlands) appositamente conduce al parossismo i suoi personaggi e i suoi racconti per denunciarne la vanità rispetto all'eterno scorrere del creato. 

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