Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Due amanti, la sorellina di lui, lo spasimante ricco di lei: un intreccio perverso destinato a finire male. Ancora una tragedia sullo sfondo di un desolato ambiente rurale e ancora una voce narrante (quella della ragazzina) dall’ottica straniata, come in La rabbia giovane: Malick prova a ripetere l’exploit del suo film d’esordio, ma non riesce a ricrearne la magia e comincia ad adagiarsi nel già visto. A furia di cercare l’essenzialità, la sua opera seconda assomiglia a uno scheletro privo di carne: una struttura che esteriormente funziona, ma a cui manca qualcosa per piacere davvero. Forse il problema del regista è quello di aver trovato subito la sua maniera e di non essere più riuscito a distaccarsene; e comunque, dopo questo film, ha deciso di diventare il Kubrick dei poveri. Peccato.
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