Regia di Elio Petri vedi scheda film
Dillinger è morto: no, in realtà è risorto perchè Dillinger era già in Salvo Randone, in un protagonista di un film a suo modo unico, vuoi perchè girato in un periodo dove il neorealismo era ormai un ricordo e le elucubrazioni filosofiche trovavano poco spazio in un'Italia in pieno boom economico. Così il protagonista, che passa da un cimitero ad una mostra d'arte, da un cantiere sempre aperto a una fugace e fallace esperienza con una prostituta, è alla continua ricerca di un senso ad una esistenza dove al lavoro si sostituisca la necessità di "vivere prima di morire", di evitare di aver sprecato il proprio tempo. Davanti all'ineluttabile necessità del denaro, ed alla difficoltà di procurarselo in modi onesti (bellissima e purtroppo ancora attuale la scena del finto trauma per intascare i soldi dell'assicurazione), capirà che un lavoro è anche un modo di esorcizzare la morte stessa, di pensarci il meno possibile procrastinando nel tempo l'inevitabile resa dei conti.
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