Regia di Elio Petri vedi scheda film
Che la nostra vita abbia i giorni contati rimane una verità astratta, finché non la si tocca con mano. È quello che succede all’idraulico Salvo Randone, vedovo di mezza età, che vede uno sconosciuto morire in tram per un infarto e decide di dare una sterzata alla propria esistenza, smettendo di lavorare e dedicandosi ad attività che fino allora aveva trascurato. Si perde in vagabondaggi senza meta per le vie di Roma, cerca di riallacciare i contatti con una sua ex ritrovata per caso, va a vedere gli aerei in partenza sognando di andare chissà dove, visita mostre d’arte di cui non capisce nulla, assiste ai processi in tribunale, cerca di aiutare la figlia della sua affittacamere, osserva i riti di corteggiamento dei giovani sulla spiaggia, torna a rivedere il paese natale: insomma, come il Takashi Shimura di Vivere (che però i giorni contati ce li aveva per davvero), spia la vita altrui illudendosi di poterla assorbire e di reinventare la propria, riempiendola di un senso che non aveva mai avuto. Poi però i problemi economici cominciano a farsi sentire e lui si vede costretto a sconfinare nell’illegalità, ma fallisce anche lì. Un film insolito, episodico nella forma ma compatto nella sostanza: poteva venirne fuori una parabola marxista sull’alienazione da lavoro, invece è la malinconica storia di un uomo senza qualità ma con tanti desideri quasi inespressi e destinati a non essere esauditi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta