Regia di Elio Petri vedi scheda film
Cesare (Salvo Randone) è un idraulico che decide di smettere di lavorare dopo che ha visto morire un coetaneo proprio davanti ai suoi occhi. Vuole conoscere più persone e cose possibili per tutto il tempo che gli resta ancora da vivere. Pensa di godersi di più la vita e invece diventa sempre più cupo e rimane sempre più solo. Per soldi si lascia irretire da loschi figuri ma ritorna in se in tempo. Per riprendersi la serenità perduta non gli resta che tornare alla routine lavorativa di sempre.
"I giorni contati" è un film sullo smarrimento esistenziale di un uomo il quale, credendo di emanciparsi dalla sua condizione di idraulico a vita attraverso l'occupazione del tempo libero con attività "didattiche", scopre l'amara verità di una società che, vista nel suo insieme e per intero, ha più di un motivo per rendere tristi. All'interno di un contesto formale tipicamente neorealista, Elio Petri (con l'aiuto del fido Tonino Guerra) fa un film di forte pregnanza intellettuale, di matrice "esistenzialista" direi. Cesare scopre il male di vivere e la difficoltà di instaurare rapporti umani tra persone in concomitanza con il maggior tempo libero che ha a disposizione. Tutti i suoi tentativi di investire negli affetti più cari i giorni che gli restano da vivere, si infrangono sotto i colpi inesorabili dell'incomunicabilità e dell'incomprensione. Viene letteralmente rigettato al punto in cui era partito non restandogli altro da fare che ritornare a impegnarsi nel lavoro di sempre. Un lavoro che gli occupa tempo e spazio e che gli impedisce di pensare alla problematicità dell' esistenza umana, alle tante iniquità sociali. Cesare smette di farsi domande. Petri con questo film fa una lucida condanna alla società capitalistica che accentua la perdita dei valori solidaristici e l'accettazione acritica dello status quo. Questo vuole la società dei consumi : anestetizzare a monte le capacità intellettuali dell'uomo attraverso la percezione che conviene più l'effimero che la riflessione critica, più limitarsi a coltivare il proprio orticello che tendere verso la più ampia forma di progresso sociale possibile. Cesare è la dimostrazione che non può esserci felicità per l'uomo se non si è inquadrati in schemi e convenzioni sociali pedissequamente accettati. E' un moderno "uomo della caverna" che lasciato libero dalle catene scopre che l'altro dalle cose sensibili cui era a conoscenza non è tutto bene. Anzi, che forse è meglio rassegnarsi alle limitazioni di sempre se la società non ti offre gli strumenti per progredire nel segno di un vivere civile che riguarda tutti, la forza morale per resistere al male di vivere. La magistrale interpretazione di Salvo Randone, coi sui silenzi e smarrimenti emotivi, e l'ambientazione nella mai così bella Roma degli anni 60, danno a "I giorni contati" (secondo lungometraggio di Elio Petri) un senso di poetico capace di riscattarlo in parte dalla sua tristezza di fondo. Film necessario che si pone come uno dei punti più alti della filmografia di Elio Petri, a cavallo tra il "neorealismo" e quel cinema di impegno civile che lo renderà definitivamente grande.
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