Regia di Jean-Claude Roy vedi scheda film
Da uno dei maestri dell'erotismo francese un fiacco e ingenuo film che, dopo mezz'ora, abbandona il genere per assumere la connotazione di un banale spy-movie. La scena è tutta per Brigitte Lahaie, splendida attrice purtroppo in atto solo pochi minuti.
Parigi. Juliette (Brigitte Lahaie) coinvolge il compagno Chris in un giro di ricatti, vittime il magnate di una compagnia aerea, Jonathan Sauvalous (Marcel Charvey), e tre soci d'affari. Dietro informazioni fornite dalla sorella Diana, spia infiltrata in una casa d'appuntamento, rintraccia nel quartiere di Pigalle Jan, la figlia di Sauvalous, e con la complicità di Chris la pone in condizioni compromettenti: mentre fa sesso con Chris, Juliette scatta esplicite foto. Il colpo va a segno e la coppia passa ad Annik, altra figlia di un importante collaboratore di Sauvalous. Quest'ultimo, intuito che il prossimo bersaglio è Carla Bartok, figlia del terzo importante socio, incarica un investigatore privato per risalire ai ricattatori.
Terribile, per quanto imbarazzante, pseudo erotico diretto dal regista del successivo e sopravvalutato Educazione inglese. (1983). Jean-Claude Roy (con lo pseudonimo di Patrick Aubin) si muove svogliatamente tra qualche strip e una convenzionale trama noir senza mai spingere il pedale sull'erotismo. Se si escludono i primi venti minuti, magnificati dalla presenza della Lahaie (qui in un ruolo da gran bastarda), il film procede fiaccamente e senza mai coinvolgere durante la visione. In particolare, da metà tempo in poi, Paris Scandale si perde in una noiosa love story tra l'investigatore Jim e Carla Bartok, inframmezzata da una blanda sottotrama di spionaggio. Assolutamente fuori luogo il titolo italiano.
"Anche tutte le spie, in fondo, sono attori." (Gary Oldman)
F.P. 24/08/2019 - Versione visionata: Dvd (lingua francese - durata 82'17")
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