Regia di Edo Bertoglio vedi scheda film
Un esercizio sulla dipendenza dai volti di un artista svizzero (già autore di Downtown 81, a Cannes nel 2000) che respirò la scena underground newyorkese tra i’70 e gli ’80. E che oggi torna sui suoi passi, in cerca dei compagni di viaggio sopravvissuti, per ricordare quelli falcidiati da droghe e Aids. La famosa Downtown scene di Basquiat, Haring e tra gli altri, il jarmuschiano John Lurie. Con una serenità riconquistata a fatica, Bertoglio, classe ’51, torna sui luoghi del delitto, commenta in voce in e off, guarda con nostalgia e disincanto a quella stagione libera, creativa eppure ferale. Il “drogato di facce” arrivato a New York nel ’75 e fuggito nel ’90 fa raccontare agli ex “egomaniacs and drugaddicts” la frenesia di un momento in cui i tetti di Coney Island si trasformavano in set fotografici. La Factory warholiana, la sperimentazione musicale della New Wave, le live performance. E la droga. C’è chi si è integrato, chi è malato, chi si è ritirato in provincia, chi ne è uscito, da resistente, come il violinista Walter Steading: la cena di Natale coi suoi è bizzarra e toccante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta