Regia di Oswald Barry (Oscar Brazzi) vedi scheda film
Cappuccetto Rosso va in visita dalla nonna. Ma siamo nel 2010, Cappuccetto Rosso è solo una ragazzina inesperta della vita e il mondo è un posto crudele e spietato, nel quale oltrettutto il sesso è bandito per legge. Ha luogo così un'iniziazione perversa.
L'arco di azione di Oscar Brazzi come regista coincide più o meno con gli anni Settanta, epoca nella quale un film non veniva negato a nessuno. Brazzi ne diresse una decina, purtroppo tutti di spessore affine a quello di Giro girotondo... con il sesso è bello il mondo, vale a dire infimo. Di positivo di questa pellicola si può solo dire che lascia intuire una certa vena sperimentale, che d'altronde viene presto soffocata da contenuti porcelloni e povertà estrema di mezzi. Anche le musiche vanno sottolineate: sono dei Goblin e di Fabio Frizzi, del resto. Per il resto si tratta di un'opera appartenente alla commedia scollacciata coeva e pure di fascia bassa; l'unico nome degno di nota sulla locandina è quello di Rossano Brazzi, che guarda caso è il fratello del regista (dalla popolarità ormai decaduta, va aggiunto). C'è anche il figlio di Oscar, Fabrizio Brazzi, qui: firma la sceneggiatura insieme a Gianfranco Bucceri e Roberto Leoni. Nonostante qualche pretesa artistica - la rilettura postmoderna della fiaba di Cappuccetto Rosso, le inquadrature bislacche, il montaggio frenetico di Giancarlo Venarucci - il film non va molto oltre la goliardia e la demenzialità: trash. 2/10.
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