Regia di Giuseppe Maria Scotese vedi scheda film
La fame nel (terzo) mondo: Scotese gira per le zone più degradate del pianeta e ci racconta testimonianze dirette di miseria, malattia, degrado, carestia e - soprattutto - carenza di cibo.
Dopo un inizio molto traballante fra commediole, cappa & spada e altri prodottini alimentari di pressochè nessun risalto, con l'avvento dei mondo movies (primi anni Sessanta) Scotese trovò la sua strada; è del 1968 questo Pane amaro, noto anche come Le vergogne del mondo, pellicola che indaga in prima persona (cioè con materiale appositamente girato) sulla fame attorno al mondo. Chiaramente al regista (e al co-sceneggiatore Angelo Faccenna) interessano soprattutto le zone degradate, allo sbando, miserrime di un pianeta pesantemente vittima di disuguaglianze sociali, razzismo, povertà, carestie; la geografia della pellicola si snoda lungo il terzo mondo, con speciale predilezione verso l'entroterra africano, per mostrare dolori e mostruosità inflitte e patite dall'uomo nei confronti del suo simile. Va però immediatamente rilevato che l'analisi sociopolitica della questione non va mai un passo oltre alla blanda denuncia con toni da bar, da chiacchiera fra amici; niente colpevoli, niente nomi, solo un voyeurismo della sofferenza che accomuna purtroppo questo titolo a tanti altri coevi e successivi. E' stata questa, d'altronde, la degenerazione del mondo movie: da documentario giornalistico basato su curiosità e denuncia a messa in scena sensazionalista in preda a scandalismo, nudo gratuito ed effettaci splatter appositamente girati. Qui, per lo meno, Scotese ci evita gli ultimi: ma il resto c'è tutto, compreso il commento della voce fuori campo che arranca costantemente fra luoghi comuni e banalità qualunquiste. Forse il filone ha visto anche titoli peggiori, ma perchè chiederselo o addirittura andare a cercarseli? 1,5/10.
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