Regia di Maurice Pialat vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - RETROSPETTIVA MAURICE PIALAT
Un regista dal carattere scontroso ed irascibile di nome Jean (lo strepitoso, animalesco Jean Yanne, premiato a Cannes come miglior attore), si divide tra una moglie da cui vive separato da undici anni ( una platinata Macha Meril), ma che frequenta nei momenti in cui ella non è in viaggio per affari, e un'amante molto graziosa e molto più giovane di lui, Catherine (Marlene Jobert, rossa e lentigginosa da infarto), si trova costretto a gestire una situazione sempre più insostenibile, resa precaria dal suo atteggiamento burbero che si trasforma spesso im vera e propria violenza domestica.
Avvilita dal comportamento dell'uomo, ma sotto sotto affascinata dalla tirannica sudditanza a cui l'uomo la costringe, la donna si ripromette di lasciare risolutamente quello zotico esemplare d'uomo, senza tuttavia mai riuscirvi.
Solo l'incontro con un altro uomo riuscirà a persuaderla a lascire il suo compagno, e solo allora lui si renderà conto di ciò che ha perso.
Ma chi può essere questo dispotico, irascibile, manesco regista Jean se non l'alter ego di Pialat stesso?
Una storia d'amore e di schiaffi, di intimità e strattoni per una coppia "che non invecchiera' asdieme".
Splendido ed opportuno il titolo originale (Nous ne veillerons pas ensemble), sciocco ed inutile quello italiano che leggete qui sopra.
La natura ferina dei rapporti umani è la costante ed il punto di forza della cinematografia contenuta ma versatile del grande regista francese.
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