Regia di Maurice Pialat vedi scheda film
Una storia di continue prevaricazioni si trascina stancamente in pianosequenza.La capacità di sopportazione di lei è oltre ogni forma di tolleranza .Un continuo tira e molla,un attimo lui la tratta come una roba vecchia da rottamare e un attimo dopo si riavvicina lentamente,le sfiora la mano quasi casualmente,abbozza a qualche parola di scusa,ma a modo suo(le colpe sono sempre di lei) e lei ci ricasca.Del resto lei è l'amante,non ha il privilegio di essere moglie.A proposito di quest'ultima tollera quasi passivamente le scappatelle del marito,quasi istituzionalizza la presenza di un altra donna oltre a lei.L'impressione è che tra lui e la moglie sembra lontana l'intimità che ha con l'altra,in una relazione tempestata di ripensamenti che comunque si trascina da 6 anni.E alla fine lei dice basta.Pialat sceglie uno stile scarno ed essenziale,quasi antispettacolare,gira quasi tutto in pianosequenza quasi per non dare respiro alle scene in cui si nega la normale alternanza campo/controcampo,insiste con i piani medi per dare spazio a entrambi nella stessa scena.I dialoghi banali si inseriscono bene in un film dove i protagonisti sono afflitti da una mediocrità cronica tutta a favore di camera.Il film a detta del regista è largamente autobiografico e questo va a suo onore perchè se esiste un personaggio negativo in questo film ,ebbene questo è il personaggio maschile,cinico e dittatore,arido nell'animo e greve di gesti.Quindi fa un onesta quanto impietosa autocritica.E anche quando lei finalmente si è staccata dal suo abbraccio castrante lui non ha altro di meglio da fare che esporre tutto il suo malessere in maniera pesante e offensiva.Un vero gentiluomo.
pianosequenza e piani medi in quantità industriale
sgradevolissimo
pazienza francescana.Bella
non irresistibile
appare brevemente
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