Regia di Paolo Bianchini vedi scheda film
In piena guerra fredda quattro agenti segreti al soldo del KGB intercettano preziosi documenti che fanno parte di uno scambio armi/petrolio fra Europa americanizzata e arabi. Ignorano però che fra i loro referenti ci sia un’altra spia dello schieramento opposto.
Se qualcosa di buono c’è in questa coproduzione italofrancese la cui regia è affidata all’esordiente – e futuro mestierante senza infamia, né lode – Paolo Bianchini, indubbiamente si ritrova nella sceneggiatura che il regista firma insieme ad Augusto Caminito, Mauro Severino, Maurizio Lucci e Robert Velher, a partire da un romanzo di quest’ultimo. Perchè il fitto intrico controspionistico su cui la trama si basa è denso di sotterfugi, azione, bluff, spruzzatine di rosa e quant’altro serva a una pellicola di tale genere, ma in quantità abbondante – cosa che aiuta a sopportare senza fatica la carenza di qualità nella realizzazione evidentemente piuttosto povera. Che non ci si trovi di fronte a James Bond si intuisce anche semplicemente dal cast, che vede in prima linea impegnati Roger Hanin, Evi Marandi, Ralph Baldwin (Raf Baldassarre), Rory Calhoun, Jean Gaven, Lea Padovani e John Karlsen; il ritmo c’è e il disimpegno per un’ora e mezza è garantito: date le premesse è difficile chiedere di più all’opera. Bianchini, già assistente di Zampa, Comencini, Bolognini e altri, proseguirà la sua carriera nel segno del genere, fra thriller, spaghetti western, decamerotici e così via, fino ad approdare nelle acque sicure della televisione. 3/10.
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