Regia di Filippo Walter Ratti vedi scheda film
Complimentoni a chi ha scelto questo titolo; complimentoni due volte, peraltro, perchè riesce il doppio carpiato che consiste nel: 1)creare prurigini a vuoto, poichè nonostante i citati 'vizi morbosi', di tutto si tratta tranne che di un lavoro smaccatamente erotico o tantomeno pornografico; 2)rivelare fin da subito il nome del colpevole, celato neanche male lungo la sceneggiatura firmata da Ambrogio Molteni (che si ritaglia anche un ruolo minore come interprete). Insomma, I vizi morbosi di una governante è in realtà un thriller piuttosto prevedibile, al di là dell'annuncio del titolo, e stilisticamente in ritardo di un lustro almeno - film di questo stampo uscivano in Italia all'inizio dei Settanta -, diretto inoltre con approssimazione, ma comunque non sciatteria, da un mestierante come Filippo Walter Ratti, che si firma Peter Rush e chiude qui la sua trentennale carriera registica perennemente a zonzo fra la serie B e la serie C del cinema nostrano. Roberto Zattin, Isabelle Marchall, Annie Carol Edel sono i nomi principali del cast, il che la dice lunga sul livello della recitazione; qualche scena di nudo e un po' di effetti sanguinolenti costituiscono le gemme dell'opera, realmente scarna sia in fatto di contenuti che di forma. Colpisce apprendere che la colonna sonora, nulla di che, sia stata firmata da Piero Piccioni, autore in passato di musiche di ben altro calibro. 2,5/10.
In una villa isolata vivono un nobiluomo paralitico, il figlio subnormale e la servitù; un giorno arriva la figlia, con alcuni amici, e nel palazzo si scatena un serial killer.
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