Regia di Luigi Russo vedi scheda film
Un film dichiaratamente e spensieratamente razzista, girato in un'epoca in cui la parola negro ancora non rappresentava una nefandezza linguistica. Ma anche un tempo (così vicino, eppure così lontano) nel quale una governante di colore rappresentava il fascino esotico dell'Africa, il ritmo viscerale e tribale delle percussioni, il sesso primitivo e via dicendo. Che la pellicola naufraghi ben presto fra gli stereotipi ed i luoghi comuni più beceri lo diamo già per scontato. Si può aggiungere che a scrivere questa commediaccia porcellona ci ha pensato Marino Onorati (Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno, Il sergente Rompiglioni), su soggetto di Paolo Belloni; che la star indiscussa è Renzo Montagnani, ahilui, e che al suo fianco si ritrova Carlo Delle Piane in una delle sue rare incursioni nel pecoreccio, ma anche Orchidea De Santis, Gianfranco D'Angelo e Marisa Merlini. Del regista Luigi Russo si sa poco; bastino a qualificarlo alcuni titoli estrapolati dalla sua non vastissima filmografia: Dolly il sesso biondo, Porca società, Morbosità. Una bella governante di colore è il triste prodotto di un'epoca di decadenza artistica brusca e selvaggia; purtroppo non è che uno fra i tanti, poichè in quel periodo il genere erotico-demenziale spopolava. 1,5/10.
Il figlio adolescente e mandrillo ha messo incinte le ultime otto governanti. Il padre ne cerca una brutta per evitare che il guaio si ripeta; ne trova però solo una di colore, peraltro piuttosto provocante: il razzismo presto scomparirà e tutti gli abitanti maschi della casa si avventeranno sulla nuova arrivata.
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