Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Nel cinema di Herzog è tutto appeso a un filo di credulità, che si chiede ovviamente allo spettatore senza fare troppe domande, senza porre limiti alle capacità affabulatorie del regista. In questo film, a cavallo fra fiction e documentario, Herzog si spinge nettamente al di là di qualsiasi definizione del concetto di verosimiglianza, progettando un futuro catastrofico per il pianeta e una serie di migrazioni interstellari da vero e proprio romanzo di fantascienza; ma è una fantascienza evidentemente stretta parente della nostra attualità, una realtà che evidenzia lo stato di salute pessimo del pianeta Terra, la smisurata ambizione colonialista dell'uomo, l'utopia che gli appartiene e lo caratterizza fra tutte le creature dell'universo. La narrazione è affidata a un divertente personaggio, l'alieno intepretato da Brad Dourif (non molti se lo ricordano, ma fu nominato all'Oscar come miglior attore non protagonista per Qualcuno volò sul nido del cuculo), che accentua con il suo modo di fare l'ironia del discorso di fondo di Herzog, anche autore della sceneggiatura; colpiscono le musiche assortite in maniera bizzarra fra classica e cori sardi (Tenore de Orosei). Il risultato nel complesso è una curiosa parabola dalla morale ecologista. 6/10.
Un alieno antropomorfo racconta di quando la sua gente invase la Terra, molti anni or sono, e del successivo declino della sua razza; nel frattempo gli umani hanno scoperto il suo pianeta (l'ignoto spazio profondo) e hanno tentato di colonizzarlo poichè la Terra stava morendo.
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