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L'ignoto spazio profondo

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su L'ignoto spazio profondo

di ILIVE
10 stelle

l'Alieno in sembianze umane Brad Dourif, di fronte a mucchi di rifiuti e a un edificio dall'aspetto di un tempio, uno dei palazzi della "nuova capitale Aliena che avrebbe dovuto rivaleggiare con Washington" narra nel corso del film le disavventure di una razza che, come alcuni dei piu' saggi abitanti di Kripton, cerco' nello spazio un rifugio fuggendo da un pianeta condannato.The Wild Blue Yonder e' il nome del pianeta sommerso dalle acque dal quale provengono.
Quasi la meta' dei film di Herzog comincia con le medesime inquadrature, nuvole, nebbia che si dissipa leggermente per lasciare apparire una linea di colline, versanti di montagne, nella stessa maniera dell'"Ignoto spazio profondo", appartenente alla categoria dei film "umidi" del regista
E' stata proposta, per analizzare i film di un regista sempre
solitario e sempre indefinibile, una specie di meteorologia del cinema: i suoi film si dividerebbero in secchi, umidi e freddi (la definizione non e' mia ma non sono riuscito a ritrovare il riferimento, me ne scuso anticipatamente con chi l'ha data e con chi dovesse leggere questo giudizio)
 Ai film dall'umidita' delirante , generalmente girati nella giungla amazzonica che trasforma gli accessi di rabbia in collere divine e la volonta' di gloria in traversate omeriche di fiumi, cascate, rapide appartengono Aguirre, Fitzcarraldo, Kinski il mio nemico piu' caro e le visioni delle profondita' oceaniche e spaziali che popolano "l'ignoto spazio profondo",
Dourif e' una presenza aliena credibilissima che contamina il film con un senso dell'humour bizzarro e straniante (a un certo punto commenta, con un linguaggio un po' distante da quello a cui ci hanno abituato decine di pellicole con extraterrestri condannati a esercitare incontrollata volonta' di potenza e ipertrofia tecnologica o afflitti da infinita saggezza e bonta' , "Noi alieni siamo tutti dei falliti..."), non e' certo la piu' strana delle creature che abitano  “The Wild Blue Yonder.” caratteristica questa che appartiene a un "vero" astronauta" che galleggia con grazia in assenza di gravita' non esprimendo nessuna evidente emozione e a un pesce che vedremo piu' avanti nel corso del film danzare sott'acqua con la medesima grazia ipnotica ed indifferente.
Queste creature popolano mondi apparentemente dissimili che Herzog fonde con grande lirismo in uno solo.
Gli astronauti sono membri dell'equipaggio dello shuttle  che lancio' la sonda Galileo nell'89. Utilizzando una 16 mm si  filmano l'un l'altro mentre mangiano, parlano, compiono esercizi fisici, attivita' ordinarie che assumono un aspetto "alieno" per il solo svolgersi a gravita' zero. Si aggiungono sequenze spettacolari da filmati girati nell'isola antartica di Ross.  Il senso di irrealta' cumulativo di questi "mondi altri"  diventa ancora piu' profondo nelle sequenze in cui alcuni matematici commentano la spedizione degli astronauti con interviste grafici ed equazioni con un effetto straniante che a me personalmente ha ricordato certe sequenze di Twin Peaks.
Un film visionario di un regista che si conferma uno dei maggiori autori di cinema del nostro tempo.
Un grazie a Snake per avermi fatto conoscere questo film :-)

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