Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Un ex seminarista, figlio di un agente FBI in pensione, viene assunto in un’azienda che lavora per la CIA e si rende conto dei giochi sporchi praticati dal governo americano nei confronti dei paesi alleati; d’istinto decide di passare informazioni ai russi e usa come corriere un suo amico, piccolo spacciatore di droga. Schlesinger regala una scheggia di anni ’70 gradevolmente fuori tempo, con le paranoie dell’epoca (la vicenda, vera, è ambientata durante il Watergate) e le atmosfere sospese di quel cinema (per es. la storia d’amore con Lori Singer viene appena abbozzata): ancora una volta un uomo solo contro il potere, come ai tempi de I tre giorni del Condor, e una visione disincantata della politica tanto più notevole se si pensa che siamo in piena era reaganiana. Personaggi quasi assurdi ma vivi, il cui disorientamento esprime quello di un’intera nazione: due spie per caso, che si ritrovano a collaborare nonostante le scelte di vita opposte. Più interessante quello di Hutton, che ci tiene a non essere considerato un professionista, agisce solo per motivi ideali e rimane deluso di trovare anche nella controparte la stessa mentalità che lo aveva disgustato nei suoi; ma l’interpretazione migliore è quella di Penn. E David Bowie canta This is not America.
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