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Melissa P.

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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Dying Theatre

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La recensione su Melissa P.

di Dying Theatre
6 stelle

Chiaro esempio di disonestà intellettuale. E non sto certo riferendomi al film in esame, per carità, quanto piuttosto ad un'egemonia critica miope e 'garibaldina', mossa a violente reazioni da chissà quale pregiudizio inconfessato.. da chissà quali aspettative tradite. Le ragioni principali addotte dal 'moloch' critico per giustificare la stroncatura del film sono due: vi sarebbe troppo poco erotismo e verrebbe sconfessato lo 'spirito' del romanzo ispiratore. Ebbene, a questi signori consigliamo due cose: il web è straripante di video hard scaricabili gratuitamente.. perchè spender denaro per cercare il porno in multisala? Questione fedeltà al romanzo: se lor signori perdessero un po' meno (prezioso) tempo a legger le opere di Melissa Panarello dedicandosi, che so, a Wilde, a Pasolini, a Bene, a Foster Wallace.. forse, e dico forse, acquisirebbero un giorno (chissà quanto lontano) la sufficiente elasticità mentale per comprendere che il paragone film/libro, lungi dall'essere un dovere imperativo, è una delle masturbazioni intellettuali più spinte (e per il primo argomento di dissenso almeno qui ritenetevi serviti..) e meno sensate che si possano intraprendere durante tutto l'arco della propria - più o meno significativa - esistenza. Detto ciò, il film di Guadagnino è un prodotto medio, non moralistico nè ricattatorio come molti hanno scritto, non retorico nè 'televisivo' come molti hanno scritto, assolutamente non mal recitato come molti hanno scritto.. è anzi un'opera, seppur modesta nella messa in scena, del tutto sincera nel mostrare angosce e turbamenti dell'adolescenza. E' un romanzo di formazione verista e delicato, non meno degno di tante (troppe) sopravvalutate rappresentazioni filmiche d'un'educazione sentimentale che, calata in un contesto urbano e relativistico, sempre meno obbedisce ai 'dogmi' letterari del genere. Ebbene si, non c'è nessuna Adjani che si strugge per l'iniziazione alla sessualità, nessuna Pauline che va alla spiaggia lasciandosi dietro malizie ed equivoci, nessuna Rosetta silente e proletaria e, per grazia ricevuta, neanche mezza Violante Placido che sviene per Accorsi. No, c'è una storia coraggiosa, quotidiana e sfaccettata raccontata con garbo, misura ed assoluta onestà. E c'è una giovanissima interprete che riesce - cosa non da poco - ad esprimere un Mondo pronunciando poche sillabe, e a trasudare dolore, rabbia ed acerba sensualità senza dover per forza lacrimare, urlare e mostrarsi. Probabilmente se lo avesse diretto Rohmer si sarebbe gridato al capolavoro. I tanti utenti delusi che, aspettandosi il pornazzo, si son prodotti in mirabili esegesi scatologiche, vadano pure a noleggiarsi Brass. E' un consiglio sincero.

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