Regia di Liev Schreiber vedi scheda film
Mi aspettavo di più dall'adattamento dell'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer. Non perché io avessi letto il libro, ma semplicemente a motivo della buona nomea del film, almeno negli elogi intessuti fra coloro che affermano d'averlo guardato. Non mi pento di averlo visto, sia chiaro, però una volta sola mi basta e avanza. A mio avviso non è un piccolo gioiello, al contrario di quanto credevo che fosse.
L'incedere è flemmatico assai. Se non fosse per la straordinaria colonna sonora, capace di riempire i vuoti e i silenzi con una musicalità accattivante, il rischio noia sarebbe ben più che latente. Paradossalmente a funzionare meglio è l'anima comico-grottesca. Merito dei dialoghi sostanzialmente indovinati e, in particolare, degli interpreti comprimari (cane compreso). Meno riuscita, purtroppo, è invece la vena drammatica. Colpa di un eccentrico protagonista del tutto asettico, il quale già di suo compromette qualunque tentativo di empatia, cui si aggiunge una cerca poetica che difetta di senso e significato ultimo. O forse è soltanto un risultato del complessivo effetto straniante dovuto all'abbinamento e alla commistione di generi.
Rimane la forza e il traino delle profonde tematiche affrontate (e degli splendidi paesaggi), sebbene ciò non possa comunque servire da giustificazione e da completa assoluzione.
Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente, Jonathan Safran Foer, visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. Alex lavora per l'agenzia di viaggi di famiglia insieme a suo nonno, che fa l'autista a dispetto di una cecità psicosomatica, e in compagnia di una cagnetta, chiamata Sammy Davis Jr Jr.
Vera e propria parte integrante del film, alterna le musiche originali di Paul Cantelon con le canzoni di altri gruppi.
Quel certo non so che di bislacco e inconcludente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta