Regia di Liev Schreiber vedi scheda film
Veramente bello. Un viaggio nella memoria, un invito ad essere pignoli, perché così si riesce a notare e a conservare il ricordo attraverso gli oggetti. Oggetti che dal passato ci illuminano attraverso l'attenzione che riserviamo ad essi. Ed anche un invito a ritrovare in sé stessi un pezzettino degli altri, anche di coloro che ci sembrano così diversi da noi. L'ottimo regista - già attore Liev Schreiber ci racconta tutto questo con un film che riesce a ricreare la natura dell'Ucraina con un occhio magico alla Tim Burton, ma con un'ironia che non fa scadere l'intensa emozionalità di certe scene nel patetico o nel mieloso. Merito, naturalmente, anche del testo che sta alla base del film, il romanzo di Jonathan Safran Foer, nonché di un gruppetto di attori di poco nome (l'unico più che noto è Elijah "Signore degli Anelli" Wood) e di grande resa, che sanno dare volto e faccia ai palpiti della sceneggiatura scritta dallo stesso regista.
Il leader e cantante del gruppo gypsy-punk Gogol Bordello si dimostra anche valido interprete cinematografico. Peccato non averlo potuto ancora apprezzare in "Filth And Wisdom".
Un bellissimo esordio per un regista che rivendico con orgoglio mio coetaneo.
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