Regia di David J. Burke vedi scheda film
In una città immaginaria ma verosimile come metropoli statunitense di oggi, vige un governo basato sulla connivenza totale tra i vertici del potere economico e politico e le forze di polizia. Pollock (Timberlake), giornalista alle prime armi, seguendo un illustre modello (Morgan Freeman, direttore di un giornale locale ed ex Pulitzer), ficca il naso nelle faccende poco pulite della F.r.a.t., un’unità speciale di esaltati che s’intascano tutto ciò che confiscano ai criminali. Consigliato e messo al sicuro da Wallace (un Kevin Spacey dal parrucchino esuberante) e Ashford, si difende dalla loro violenza, redime l’unico poliziotto buono e rivela il marciume in città. Script elementare, uso di ralenti inutili, botte da orbi, umorismo involontario, romanticismo melenso tra l’ex ‘N Sync – mai credibile – e la sua ragazza, gran finale sparereccio. Dall’esordio di Burke, sceneggiatore di crime fiction per la Tv (Law & Order) non possiamo aspettarci più. Da “applauso” la conversione del poliziotto buono (uno staticissimo LL Cool J): da sbirro a idraulico. Non ci sono più i cattivi di una volta. E anche Freeman e Spacey devono pagare le tasse.
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