Regia di Paul Haggis vedi scheda film
Bella idea, quella di Paul Haggis - già sceneggiatore per Clint Eastwood nel pluridecorato Million dollar baby -, di raccontare l'oscillazione tra il bene e il male, tra attenzione e disattenzione verso il prossimo attraverso la metafora che fa muovere il pendolo - in una specie di gioco paradossale - tra la disumanità del pregiudizio e del razzismo e la ritrovata umanità in occasione di incidenti stradali. Già, perché la gente di Los Angeles raccontata nel film di Haggis sembra contagiata dal virus dell'indifferenza che spesso si trasforma in odio. Protagonisti sono donne e uomini qualunque - un detective, un poliziotto con il padre malato, un attore, due ragazzi di strada, un commerciante e altri ancora - che ritrovano una qualche umanità soltanto di fronte al trauma dell'incidente. Come a dire che la freddezza delle lamiere rappresenta il fondo sul quale dobbiamo poggiare per dare un colpo di reni e risalire a galla. Inevitabile scomodare Altman per richiamare lo stile narrativo di quest'opera prima nel quale gli attori - persino una come Sandra Bullock - sembrano voler gareggiare in bravura. Premio Oscar 2006 come miglior film.
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