Regia di Paul Haggis vedi scheda film
Il film che ha trionfato, a sorpresa, agli Oscar del 2006 è uno zibaldone sulla caducità, sempre più evidente, dei rapporti umani “diretti” nell’età contemporanea. Teatro di “Crash” è Los Angeles, città americana che per antonomasia spersonalizza i rapporti umani, in nome della freneticità, ma anche, e più evidentemente, della diffidenza, del razzismo, della superbia.
Un numero imprecisato di personaggi si muovono attorno ad un evento, ma le trame dei loro movimenti non sono chiare fin da subito: in itinere, le situazioni, i rapporti, le relazioni, si fanno più nitide e il flashforward iniziale in cui il poliziotto (interpretato da Don Cheadle) arriva sulla scena dell’incidente stradale, ricostruisce tutta la vicenda e chiarifica l’intera trama del film.
È un film complesso ed intenso, talvolta criptico, a tratti lento e riflessivo, ma di quella lentezza piacevole. È, sostanzialmente, una pellicola che scava per capire quante siano le residue possibilità di redenzione della società in cui viviamo. Un gran bel film, che ricorda vagamente, per fotografia, ritmi e poetica, “21 grammi”. Oscar meritato.
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