Regia di Robert Schwentke vedi scheda film
Kyle Pratt (Foster) sta volando da Berlino a New York con la sua bambina al seguito. La donna sta riportando a casa la bara del marito morto. Dopo qualche ora, Kyle si accorge che sua figlia è sparita: la cerca dappertutto, poi fa la voce grossa con il comandante (Bean) affinché vengano setacciati anche gli anfratti più nascosti dell'aereo, che lei - da progettista aeronautica qual è - conosce benissimo. La flotta di bordo e i passeggeri la prendono dapprima per una visionaria, poi cominciano a sospettare qualcosa di peggio a causa del doppio gioco che un agente della sicurezza (Sarsgaard) sta perpetrando ai suoi danni, minacciando un attacco terroristico.
Il copione di Peter A. Dowling e Billy Ray mantiene la suspence quasi fino alla fine, quando il film atterra su una melensaggine tipicamente hollywoodiana, con la Foster trasformata in un supereroe da fumetto. La dimensione claustrofobica del film, con l'interno del jumbo interamente ricostruito in studio, si stempera nella stereotipizzazione eccessiva dei personaggi, facendo perdere quota a un thriller che con qualche accortezza in più sarebbe stato un perfetto film di genere.
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