Regia di Robert Schwentke vedi scheda film
Parallelamente al craveniano "Red eye",un altro thriller incassatore di milioni di dollari ad alta quota,ambientato su un aeroplano,a sfatare il tabù del volo dopo l'11 Settembre 2001,con la differenza di una star consolidata protagonista di questo film del tedesco Schwentke.Ma se il "rivale" dell'autore di "Sotto shock" e "Le colline hanno gli occhi" non rientra tra i migliori lavori del suo regista,è tuttavia un discreto intrattenimento,prevedibile quanto si vuole,eppure passabile,non lo è assolutamente "Flightplan":piuttosto improbabile nell'elaborazione della parte "gialla" del racconto,mette in scena una serie di inverosimiglianze narrative,finale su tutto,da autorizzare lo spettatore(a cui può prender sonno dall'alto tasso di adrenalina che proviene dallo schermo...) a mettersi a fare due risata sui titoli di coda o anche prima.Non c'è un colpo di scena che sia uno,chi vi immaginate fin dalla prima scena che sia cattivo lo è davvero,e sul piano simpatia l'antica protagonista de "Il silenzio degli innocenti" perde quota a vista.Infatti,il suo personaggio incolpa al volo gli unici due passeggeri arabi sul velivolo(ovviamente non c'entrano niente,ma sono antipatici e secondo il film se lo meritano),afferma perentoria "Non mi importa di sembrare razzista,devo salvare mia figlia",mette bellamente in pericolo di vita quattrocento persone sospese a migliaia di metri da terra,e chissà come mai causa danni per miliardi e nessuno,certo,le dice alcunchè.Si deve applaudire o si può ammettere che questo film è una delle boiate più garantite della decade?
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