Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
"L'aldilà di Lenin"
Lenin è avvolto dalla nebbia. I colori sono metafisici. La sua dacia è lontana, imprigionata nell'atmosfera di un gelido funerale russo, o meglio, di un funerale appena trascorso. Le guardie e le cameriere non sembrano accudire un malato, ma piuttosto sgomberare la casa di un morto. La senilità del capo rivoluzionario è in perenne bilico fra cinismo e malinconia; un delirio annegato nella disperazione. E' il palcoscenico di un purgatorio, e in questo teatro passano tutti, umili e potenti. Il capo bolscevico oramai ridotto a un busto da scrivania, così come il nuovo segretario del PCUS, Iosif ("Giuseppe") Stalin, sono entrambi spente maschere del potere. L'uno al termine del proprio percorso, l'altro all'inizio della propria epoca, eppure entrambi amaramente passivi, come consapevoli di essere persi fra le nebbie di un inferno senza scampo. Così Vladimir Ilic Lenin lascia il mondo, pochi anni dopo averlo segnato per sempre; spirando fra le piante del proprio rifugio, lontano dall'immensa macchina sovietica che avanza senza sosta.
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