Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Avere smarrito quella parte di sé che ama, o, semplicemente, non avere più la capacità di vivere per qualcosa; e ritrovarla nel ricordo di una passione sepolta in fondo al cuore. La musica, per Thomas, è la tensione dell'anima che cerca di farsi armonia, di fuoriuscire danzando, anziché esplodere in rabbia. Però la sterilità dell'ambiente circostante è come una tenaglia, che toglie spazio ai sogni. La vita intorno a lui è un gioco a farsi del male, a rosicchiare il territorio altrui, senza un vero scopo, se non quello di ottenere continue conferme al proprio miserevole potere. Lo sgombero forzato degli immobili e la riscossione dei crediti sono le attività-simbolo di una visione espansionistica ed aggressiva della vita, che si sfoga nella sessualità sfrenata e negli ossessivi ritmi "electropop". Difficile trovare scampo quando la violenza continua ad inseguirti, incalzando, col suo passo martellante, sulle retrovie della coscienza. Nulla può, contro di essa, il dolce e fragile fremito dell'arte, che è come un fragile sussurro, rispetto all'impetuoso ruggito del rancore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta