Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Un buon film, diretto con mano sicura da un regista (Parigi, 1952) che respira cinema fin dalla nascita, essendo il padre Michel uno dei più noti sceneggiatori francesi. Non è un capolavoro, ma esprime bene la difficoltà del protagonista di affrancarsi dall'attività prosaica e anche pericolosa sulle orme del padre e quella, forse ancor più difficile e impegnativa, dell'attività concertistica. Il ragazzo, nonostante gli sforzi, è indubbiamente più portato per la prima; anzi, davanti al pianoforte si bloccherà già nel momento dell'audizione, mentre non avrà paura di affrontare i pericolosi assassini di suo padre. E' un po' pleonastica la storia d'amore o piuttosto di sesso (forse intrapresa proprio per salvare il matrimonio dell'amico?) tra Thomas e la moglie del suo socio, ma il film, se non proprio geniale, è quanto meno avvincente. La prima parte è la migliore.
Il figlio di una pianista classica (morta) e di un trafficone d'immobili ha scelto il campo d'affari del padre. Un giorno, però, scopre di poter coltivare il proprio talento pianistico ereditato dalla madre. Questa passione, coltivata grazie a un'insegnante cinese, è contrastata dagli impegni di lavoro contratti con i soci e dall'aiuto prestato al padre nella sua attività al confine dell'illecito.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta