Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Uno dei capitoli meno felici - si perdoni/consideri il bisticcio con il titolo - dell'intera, vasta filmografia chabroliana: una pellicola patinata a discreto tasso erotico (i nudi femminili non si contano nel corso degli oltre cento minuti di durata) sulle più o meno gloriose avventure sessuali di Henry Miller in Francia, nella prima metà del Novecento. Ovverosia un'interpretazione delle situazioni vissute dallo scrittore che non molto si accosta al fascino morboso della sua pagina; siamo d'altronde nel 1990 e nell'aria aleggia un certo spirito 'alla Playboy', la rivista che nel corso del decennio precedente si era imposta sul mercato mondiale per la sua linea soft in un settore ormai saturo di pubblicazioni pornografiche o erotiche di livello squallido. Cosa c'entri però Chabrol con tutto ciò, rimane un mistero: Giorni felici a Clichy potrebbe essere una bella vhs allegata al numero di Natale 1990 della rivista di Hefner, e invece è il parto artistico di uno dei grandi autori della gloriosa Nouvelle Vague. Nel cast spicca anche qualche nome italiano: Barbara De Rossi (giovane, ma non inesperta: al nostro pubblico era già nota per aver preso parte a vari lavori televisivi fra cui La piovra), Anna Galiena, Mario Adorf (metà tedesco, per la precisione); Miller è interpretato discretamente da Andrew McCarthy, fresco reduce dal successo della commedia Usa Weekend con il morto (Ted Kotcheff, 1989). Ugo Leonzio collabora con il regista alla stesura della sceneggiatura, dal romanzo omonimo di Miller. 4,5/10.
Avventure e disavventure erotiche di Henry Miller a Parigi, dove lo scrittore giunge nei primi anni '30 del Novecento.
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