Regia di Martin Campbell vedi scheda film
Alejandro de la Vega ed Elena sono sposati, il figlioletto Joaquin ha dieci anni. Mascherina nera, spada saettante e tripli salti mortali dell’eroe in black non vanno d’accordo con l’agognata e irraggiungibile quiete da ménage familiare. La campana suona i suoi rintocchi e quando la campana chiama, Zorro corre, accorre e soccorre. Soprattutto quando la California sta per diventare il 31° stato dell’Unione e un complotto di latifondisti e uomini d’affari affiliati di una setta sinistra e segreta ha altri terribili progetti Zorro si gioca tutto e rischia di perdere in un colpo la credibilità, la moglie e il figlio. L’eroe creato nel 1919 da Johnston McCulley ne ha viste, sopportate e superate tante, ma questa volta non ce la fa. Travolto dalla “ricaduta” action del regista Martin Campbell (lo stesso del più riuscito The Mask of Zorro) è, in molte scene, un agitatissimo 007 mascherato. Disorientato dalle accelerazioni a catena della sceneggiatura (di Orci e Kurtzman, bravi per Alias, non per The Island) è più un acrobata stagionato che un ironico giustiziere. L’alchimia tra Banderas e Zeta-Jones è un pallido ricordo. I contratti dei blockbuster non sono attrezzati per i miracoli.
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