Regia di Marc Rothemund vedi scheda film
Sophie Scholl era, con suo fratello e altri amici, l'animatrice della Rosa Bianca, il gruppo di studenti antinazisti di Monaco condannati a morte per tradimento nel 1943 dopo un farsesco processo.
Il film non racconta nulla della storia del gruppo e della sua attività di propaganda antinazista.
Si sofferma invece quasi esclusivamente sui giorni della detenzione e sul processo.
I lunghi interrogatori di Sophie sono un espediente narrativo per mostrare la coraggiosa (e puntuale) analisi della giovane tedesca sulla realtà del suo paese, rapportata all'ottuso fanatismo dei funzionari e dei magistrati.
Colpisce la circostanza che un gruppo di ragazzi poco più che ventenni avesse già allora ben chiaro il destino della Germania hitleriana, apparentemente ignorato dalla gran parte della popolazione.
E' quindi meritorio far luce su un episodio poco noto della storia tedesca (certo meno noto del famoso attentato a Hitler del c.d. Gruppo Stauffenberg, su cui è stato girato Operazione Valkyria).
Però il film è troppo didascalico, poco incisivo e lascia la sensazione che autori e regista si siano accontentati della straordinarietà di una storia e di una protagonista, che "costringono" lo spettatore ad assistere al film, una sorta di ricatto morale comprensibile ed efficace, ma che poco ha a che vedere con il cinema.
"La rosa bianca" è più che altro un documentario scolastico, più utile che interessante.
Bravissima la protagonista.
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